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Traslocazione vegetale per salvare piante e animali dell’estinzione

La ‘traslocazione vegetale’ è una tecnica che in questi decenni ha permesso di salvare dalla scomparsa centinaia di specie, anche animali. Ne hanno discusso esperti da tutto il mondo in questi giorni a Roma, nella prima International Plant Translocation Conference organizzata dall’Università Roma Tre. A confrontarsi oltre 70 relatori da 16 paesi.

A minacciare la sopravvivenza di molte specie vegetali in tutto il mondo è la perdita dell’habitat, l’inquinamento e la presenza sempre più invasiva di specie aliene. Le traslocazioni a scopo di conservazione possono contribuire a ridurre questo rischio.

Da tecnica sperimentale, in questi ultimi anni la traslocazione è diventata un’azione strutturata, basata sulle conoscenze scientifiche apprese sul campo. L’obiettivo di questa prima conferenza internazionale sul tema punta a mettere a confronto le esperienze accumulate negli anni in tutto il mondo.

Quella dei ‘traslochi’ forzati delle piante non è solo un tentativo di salvaguardare singole specie vegetali a rischio ma di preservare dai cambiamenti climatici intere popolazioni di specie viventi, anche animali.

“Le traslocazioni sono azioni a scopo di conservazione, di cui ormai abbiamo tantissimi casi, solo in Italia in questi anni si sono eseguiti poco meno di 200 operazioni di questo tipo”, ha detto all’Ansa l’ecologo Thomas Abeli, dell’università Roma Tre e organizzatore del convegno. Uno degli esempi più noti è quello dell’abete del Nebrodi, presente fino a poco tempo fa solo in pochi esemplari in una zona molto ristretta della Sicilia, ma che un lungo lavoro di traslocazione verso altre aree caratterizzate da habitat idoneo ha permesso di salvare dal rischio estinzione.”

 

di Serena Campione

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