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Tre pilastri per la rinascita di Telecom Italia

Abstract futuristic world & technology business background and space for text, vector illustration

La trasformazione del business domestico, il rafforzamento della presenza internazionale e il recupero di efficienza. Questi i tre ‘pilastri’ che l’amministratore delegato di Telecom Italia ha individuato come necessari per rispondere all’evoluzione del contesto esterno e riprendere un percorso di crescita virtuoso. Per quanto riguarda il business domestico la società punta su tre aspetti: qualità del servizio, banda larga, convergenza, sia quella fisso-mobile sia quella tra mercati adiacenti. “Il miglioramento nella qualità dei servizi”, ha sottolineato Bernabè”, è il cardine del nostro riposizionamento sul mercato nazionale. Dobbiamo recuperare una situazione che ci vede indietro rispetto ai grandi operatori europei. Abbiamo già messo in campo un piano dettagliato di azioni con il coinvolgimento del management e del personale operativo per migliorare le performance delle piattaforme di rete (nell’arco di Piano sono previsti 100 milioni di euro l’anno in investimenti di manutenzione della rete di accesso), per migliorare i processi di caring del cliente e di assistenza tecnica, per assicurare semplicità d’uso e stabilità dei nuovi servizi proposti al mercato, e per porre in essere processi di vendita efficaci ma trasparenti e rispettosi della volontà del cliente”. Per quanto riguarda il rafforzamento della presenza internazionale di Telecom Italia, Bernabè ha sottolineato che “in questo ambito il nostro piano prevede in primo luogo il consolidamento e la valorizzazione di quegli asset esistenti capaci di garantire forte posizionamento competitivo e prospettive di crescita”.  In particolare, l’ad ha delineato uno sviluppo della presenza in Brasile proseguendo “il percorso strategico già intrapreso da Tim Brasil verso il rafforzamento del business del mobile e lo sviluppo di offerte convergenti”. Telecom si rafforzerà anche in Germania “cogliendo opportunità legate al processo di consolidamento del mercato e focalizzandoci su eccellenza operativa ed efficienza”.  Per Telecom Argentina si prospetta “l’avvio delle azioni necessarie al fine di acquisire il controllo della società, che presenta ‘operation’ solide economicamente e finanziariamente, con prospettive di sviluppo molto interessanti”, ha osservato Bernabè Per quanto riguarda il terzo ‘pilastro’, il recupero di efficienza , “le nuove condizioni dei mercati delle telecomunicazioni”, ha osservato l’amministratore delegato di Telecom Italia, “impongono livelli di efficienza e di selettività nella spesa e negli investimenti molto maggiori rispetto al passato. Ciò richiede di individuare un modello d’impresa diverso: processi integrati, strutture snelle, corretta allocazione interno/esterno delle attività. Occorre poi adottare modelli di management che incoraggino l’innovazione, la partecipazione e l’apprendimento”. Lo scenario economico internazionale è “complicato, dominato dall’incertezza sulle prospettive”. Ma per le telecomunicazioni “gli spazi di sviluppo restano comunque ampi”, ha aggiunto il presidente della società, Gabriele Galateri. Galateri ha rilevato innanzitutto che il business delle tlc “è tra i meno sensibili al ciclo economico”, con una correlazione “molto modesta, sia in Italia sia in Europa” tra la crescita in valore del mercato di settore e quella del Pil.  In secondo luogo, il presidente di Telecom ha sottolineato che le tlc “sono e continueranno a essere un baluardo alle spinte inflazionistiche: nessun altro settore di pubblica utilità, dall’energia ai trasporti ferroviari, ha contribuito al contenimento dell’inflazione come le telecomunicazioni”. Negli ultimi dieci anni, ha ricordato, dopo la liberalizzazione delle tlc in Italia i prezzi al consumo dei servizi telefonici si sono ridotti di quasi il 16%, mentre i prezzi al consumo sono cresciuti del 24%. Infine, secondo Galateri, la convergenza tra tlc e informatica “può e deve essere sfruttata come straordinario strumento al servizio dell’efficienza, della crescita della produttivià e del riposizionamento competitivo dei sistemi economici. In particolare di quello italiano che, quanto a sfruttamento delle nuove tecnologie, resta nel suo complesso in una posizione di retroguardia rispetto ai principali Paesi”.

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