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Tv croce e delizia d’Italia

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È il medium più discusso e più seguito del nostro paese: la tv si è dimostrata essere nei dati dell’Osservatorio Demos-Coop sul Capitale sociale il primo punto di riferimento per gli italiani come fonte d’informazione. Il 94% degli intervistati ha citato il piccolo schermo nella ricerca di notizie e informazioni , il 63% si affida ai quotidiani e il 61% alla radio.   La televisione digitale ha ottenuto il 29% delle preferenze e internet il 39% . L’indagine Demos-Coop ha sottolineato però che radio (60%), cui va il primato della credibilità, internet (36%) e i quotidiani (38%) sono ritenuti più affidabili della televisione (30%) . Il telegiornale resiste tuttavia a questo calo di fiducia e si dimostra sempre un punto di riferimento, con in testa il Tg3 regionale (72%), seguito dal Tg1 (69%). Seguono, nell’ordine, Tg3 nazionale (63%), Tg2 (63%) e Tg5 (59%). Il grado di fiducia varia, sensibilmente, in relazione all’orientamento politico. Il Tg3 viene apprezzato soprattutto dagli spettatori di sinistra. Mentre i tutti i notiziari di Mediaset (Tg5, Tg4, Studio aperto) si caratterizzano per un profilo di (centro) destra. Tg1 e Tg2, infine, si collocano più vicini al “centro”: leggermente spostato a sinistra, il Tg di Riotta, un po’ più verso centro-destra, quello di Mazza. Equidistante dalle due aree ideologiche è il profilo dei Tg regionali.  Non sono però solo i Tg a connotarsi politicamente, ma anche i principali programmi di approfondimento (e i rispettivi conduttori): “Annozero” e “Ballarò” risultano i più apprezzati dall’elettorato di centro-sinistra, mentre “Matrix” e “Porta a Porta” hanno maggiore seguito a centro-destra . Nel complesso, i punteggi più elevati vanno alle trasmissioni di Floris (57%) e Mentana (52%).  Molti di questi programmi di approfondimento sono superati dalla satira giornalistica : le “Iene” (50%) e, in particolare, “Striscia la notizia”, cui va in assoluto l’apprezzamento più convinto (64%).  Questa la fotografia dell’informazione televisiva, scattata dal sondaggio alla vigilia dell’ennesimo terremoto sulla tv scatenato dal caso Rai-Mediaset. Una vicenda che riporta l’attenzione su un tema particolarmente sentito dall’opinione pubblica: il conflitto d’interessi, ritenuto problema grave e “urgente” dal 66% dei cittadini . La proprietà del polo televisivo privato da parte del leader dell’opposizione, Silvio Berlusconi, secondo la metà degli intervistati danneggia la libertà di informazione (52%) e condiziona la politica (55%). Un dato che cresce sensibilmente tra gli elettori del centrosinistra, dove è quasi l’80% a condividere questa opinione.

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