La fonte di informazione primaria è la tv e la radio, ma aumenta anche l’utilizzo di internet. E’ la realtà fotografata dal Rapporto sull’Italia dell’Eurobarometro. Gli italiani, in questo periodo, sono il popolo più pessimista e più scettico d’Europa. E la mancanza di fiducia è proprio nei con- fronti dell’Unione Europea. Pessimismo e scetticismo derivano anche dalle notizie poco confortanti che arrivano dai media. I connazionali hanno come veicolo primario per avere informazioni la televisione e la radio, ma aumenta anche l’utilizzo di internet. E’ la realtà fotografata dal Rapporto sull’Italia dell’Eurobarometro Standard 76: un sondaggio a livello europeo, che ha coinvolto 1.031 cittadini, che analizza le posizioni dei cittadini sulle tematiche europee di maggiore attualità. E quale migliore tematica attuale, per cominciare, se non la crisi economica? L’Unione Europea è sulla strada giusta per contrasta- re la crisi? Il 34% degli italiani ha risposto di no e il dato è in costante aumento negli ultimi mesi. Il 72% dei concittadini crede che sia essenziale una riforma del mercato del lavoro che possa far diminuire la disoccupazione. L’Italia, infatti, rientra tra gli 8 paesi europei con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 30% e oltre la metà degli italiani chiede all’Europa di fare qualcosa per dare occupazione ai giovani. Si chiede semplicemente più lavoro e poco interessa il dibattito politico che si sta sviluppando in Italia attorno alla questione, dall’articolo 18 alla flessibilità. L’analisi ha valutato anche i media e la loro rilevanza sia gli italiani che per i concittadini d’Europa. L’83% dei connazionali e l’86% degli europei la televisione rimane il mezzo di comunicazione di massa più utilizzato anche se con alcune differenze percentuali legate all’età, al genere e alla provenienza geografica degli intervistati. La tv risulta essere attendibile nel presentare le notizie europee anche se, proprio come la radio e la stampa, il dato sul grado di fiducia in essa riposto e’ in calo. A seguire si trova la radio, anche se meno di un terzo degli italiani afferma di accenderla una volta al giorno, mentre in Europa oltre la metà degli intervistati invece dichiara di farne un uso quotidiano. Altro capitolo toccato la carta stampata, che vede il dato sul suo utilizzo giornaliero da parte degli italiani in ulteriore calo rispetto a un anno fa: dal 29% al 25%. L’Italia è risultato infatti ultimo nella graduatoria per copie vendute ogni mille abitanti: 103. In Finlandia sono 483, in Francia 152, in Germania 283, nel Regno Unito 307. “Mi ha colpito molto il fatto che l’Italia abbia smesso di essere un paese europeista, quando siamo stati noi i primi a entusiasmarci del progetto – ha commentato Renato Mannheimer, presidente dell’Ispo – Mi viene il dubbio che gli italiani abbiamo pensato, in passato, che dall’Europa potevano ricavarci qualcosa e nel momento in cui l’Unione Europea ha cominciato a chiederci di fare alcune azioni il nostro amore è diminuito. Anche nei sondaggi nazionali l’Europa è sempre stata ai livelli alti di fiducia nelle istituzioni; ma da percentuali oltre il 70% è scesa sotto il 50%. E il fatto che non sentiamo il bisogno di informarci sull’Europa è forse proprio perché ci è meno simpatica”. La disaffezione dall’Europa è quindi stretta- mente legata al momento difficile che gli italiani stanno vivendo, ma è anche frutto di un sentimento di delusione verso un progetto politico, oltre che economico, di cui si parla da oltre 50 anni. “Io credo che senza una buona politica finiremo per diventare tutti oggetto del mercato – ha aggiunto Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes. Oggi vedo sempre più consumatori e meno cittadini europei e mi sento anche io prigioniero di una finanza senza patria e da grande europeista mi ritrovo fortemente deluso”. Renato Mannheimer è, invece, più convinto che questo atteggiamento de- gli italiani sia legato di più al momento: “In questo momento l’Europa ci sta chiedendo delle cose per far contenti i tedeschi, quindi viene vista più come matrigna che come madre. Gli italiani non vedono l’Europa come un elemento importante per la salvezza nazionale e questo credo che sia un errore. Sicuramente il livello di informazione e consapevolezza verso l’Europa non sarà molto alto”. Infatti il 20% degli italiani dichiara di non cercare altre in- formazioni sull’Europa oltre a quelle che rice- ve e questo dato è più alto addirittura di Turchia e Gran Bretagna. Gli italiani, comunque, si aspettano che l’Europa faccia qualcosa in più contro la povertà e l’esclusione sociale. Dopo il lavoro, la lotta all’esclusione sociale è la seconda ricetta più favorita per superare l’attuale crisi economica. Se dall’Europa ci to, in passato, che dall’Europa potevano ricavarci qualcosa e nel momento in cui l’Unione Europea ha cominciato a chiederci di fare alcune azioni il nostro amore è diminuito. Anche nei sondaggi nazionali l’Europa è sempre stata ai livelli alti di fiducia nelle istituzioni; ma da percentuali oltre il 70% è scesa sotto il 50%. E il fatto che non sentiamo il bisogno di informarci sull’Europa è forse proprio perché ci è meno simpatica”. La disaffezione dall’Europa è quindi stretta- mente legata al momento difficile che gli italiani stanno vivendo, ma è anche frutto di un sentimento di delusione verso un progetto politico, oltre che economico, di cui si parla da oltre 50 anni. “Io credo che senza una buona politica finiremo per diventare tutti oggetto del mercato – ha aggiunto Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes. Oggi vedo sempre più consumatori e meno spostiamo all’Italia i dati dell’Eurobarometro parlano chiaro: l’11% degli italiani ha costantemente difficoltà ad arrivare a fine mese e il 46% di tanto in tanto, contro una media europea del 30%. Infine, l’Eurobarometro ha considerato sul trend della rete. Gli utenti di internet sono in aumento: circa il 39% degli italiani dichiara infatti di connettersi quotidianamente. Inoltre, per ottenere informazioni sull’Unione europea vengono consultati principalmente i siti dei quotidiani o dei settimanali; a seguire si trovano le pagine istituzionali, i blog e altri siti di condivisione. L’utilizzo dei social media per ricercare informazioni rimane ancora marginale, ma la maggior parte degli intervistati ritiene che siano funzionali a una maggiore partecipazione politica dei cittadini. • Giovanna Maggiori
Tv, la più amata dagli italiani

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