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Tv profetica per la politica

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di Giorgio Bellocci Tv e politica, connubio con sfaccettature intriganti. La tv è profetica: in una afosa serata dello scorso agosto mi è capitato di vedere una puntata di Linea notte , uno dei pochi programmi che non aveva chiuso per ferie. Ricordo il grande fair play tra il deputato del Pd Giorgio Merlo e Fabrizio Cicchitto del Pdl. Merlo, guadagnandosi nei giorni successivi strali e insulti sulla rete da parte degli integralisti di sinistra, arrivò a dire a Cicchitto: ” E’ un piacere confrontarsi con un avversario civile come l’onorevole Cicchitto, con cui si può ragionare pacatamente… “. L’ex capogruppo del Pdl alla Camera ricambiò senza esitazione. Questa scena mi è venuta in mente l’altra sera guardando a Ballarò l’epico, e solo poche settimane fa imprevedibile, scontro tra Alessandro Sallusti e lo stesso Cicchitto. Che Merlo ci avesse visto giusto? In vista di possibili altri colpi di scena non conviene sbilanciarsi. Solo i futuri avvenimenti diranno se veramente è in fase embrionale l’idea di una nuova destra italiana, finalmente sganciata dal berlusconismo e in linea con il resto d’Europa. Se mai dovesse accadere, bisognerà ricordarsi del coraggio di Cicchitto (avete in mente le campagne di fango de Il Giornale e il metodo Boffo?). La tv divora in modo spietato anche i propri eroi. Italo Bocchino prima del flop elettorale di Futuro e Libertà appariva in ogni talk show politico. E, come si dice in gergo, bucava lo schermo alla grande. Oggi, come del resto il suo leader Gianfranco Fini, è completamente sparito dai radar. Magari anche per propria volontà, s’intende. Su Daniela Santanchè, una delle grandi sconfitte di queste ultime ore, mi sento di sbilanciarmi: non accadrà. Le sue idee rimangono, per me, sovente discutibili, però le riconosco un coraggio straordinario. Ieri sera nel corso di Otto e mezzo ci ha messo la faccia, sempre per usare un detto efficace, sia pure in versione molto abbacchiata. Davanti a un tronfio Formigoni, la Santanché non ha arretrato di un millimetro. Ha ammesso la sconfitta ma nel giurare eterna gratitudine a Berlusconi (contestando al suo interlocutore il contrario) ha ipotizzato la ripresa della battaglia. Dura e pura fino quando qualcosa metterà fine per sempre all’avventura politica dell’iconoclastico Cavaliere. 

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