Site icon Telepress

Ue: stop alla plastica monouso, anche se biodegradabile. L’Italia primo produttore ma contribuisce a ripulire le acque

emergenza_plastica

emergenza_plastica

L’UE approva la direttiva europea 904 del 2019 per gestire l’usa e getta e ridurre l’impatto della plastica nei mari e sulle spiagge europee. A partire dal 3 luglio di quest’anno posate, piatti, cannucce, bastoncini cotonati, agitatori per bevande, aste per i palloncini e contenitori per alimenti non possono più essere realizzati in plastica, anche se biodegradabili.

A dicembre 2015 la Commissione europea ha adottato un piano d’azione per l’economia circolare in cui individua la plastica come priorità chiave. Nel 2017 fissa l’obiettivo della riciclabilità di tutti gli imballaggi entro il 2030. Nel gennaio 2018 viene lanciata la strategia per ridurre l’inquinamento da plastica monouso che l’anno dopo porta alla direttiva in vigore oggi, votata dai rappresentanti di tutti gli Stati membri.

Ogni anno finiscono nel mare 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici. Gli oceanografi stimano che il 70% si deposita sui fondali e il 30% rimane in superficie dove le correnti formano grandi isole. La più grande si trova nell’Oceano Pacifico ed è grande quanto la penisola iberica e le è stato anche dato un nome: Pacifc Trash Vortex.

L’emergenza del Mediterraneo

La presenza di rifiuti plastici nel mar Mediterraneo è altrettanto preoccupante. Per l’UNEP (United Nations Environment Programme), ogni anno il Mediterraneo è costretto ad accogliere 731 tonnellate di rifiuti in plastica, che potrebbero raddoppiare entro 2025. L’impatto economico derivato dai rifiuti nei mari del Pianeta è di 8 miliardi di euro l’anno e la spesa europea per la pulizia annuale delle spiagge è stimata a circa 412 milioni di euro.

Cestini galleggianti “mangia-plastica” nelle acque italiane

Per tutelare la salute di tutti noi, dei mari e dei laghi è nato LifeGate PlasticLess, il progetto di LifeGate – società benefit nata nel 2000 per promuovere un mondo sostenibile – che intende promuovere un modello di economia e consumo circolare. Il progetto PlasticLess contribuirà alla diminuzione dell’inquinamento delle nostre acque attraverso la raccolta dei rifiuti plastici nelle acque dei porti, marine e nei circoli nautici con lo scopo di ridurre, riutilizzare e riciclare i rifiuti, soprattutto i più dannosi per l’ambiente come le plastiche e le microplastiche.

Il progetto

Partito a fine aprile da Portopiccolo Sistiana (Trieste), il progetto approda nel mese di giugno a Marina di Pisa, poi Porto Cervo e Senigallia, in un viaggio di responsabilità ecologica che porterà al collocamento di 34 nuovi Seabin – cestini mangia rifiuti – che si aggiungono ai 12 già posizionati nel 2020, nei mari, fiumi e laghi di varie località d’Italia. Il primo lago d’Italia ad ospitare un Seabin é il Garda.

Seabin è un cestino di raccolta dei rifiuti che galleggiando in acqua di superficie é in grado di catturare circa 1,5 kg di detriti al giorno, circa 500 Kg di rifiuti all’anno, comprese microplastiche da 5 a 2 mm di diametro e microfibre da 0,3 mm. Seabin inoltre cattura molti rifiuti comuni che finiscono nei mari come i mozziconi di sigaretta, anch’essi molto presenti nelle nostre acque.

L’obiettivo é recuperare in un anno 23 tonnellate di rifiuti, incluse plastiche e microplastiche, pari al peso di circa 1.500.000 bottiglie. Il Seabin é in grado di lavorare 24 ore su 24, sette giorni su sette e filtra fino a 25mila litri d’acqua all’ora. Entro fine anno saranno posizionati e messi all’opera nelle acque italiane un totale di 46 cestini mangia-plastica.

 

di Serena Campione

Exit mobile version