Due rapporti rilevano che il 2006 è stato un anno tragico per i giornalisti. L’Iraq è il paese più pericoloso. Il 2006 non ha portato nulla di buono alla libertà di stampa e ai giornalisti. Lo confermano due rapporti. L’International Federation of Journalists (Ifj) considera il 2006 “un anno di tragedia per i media del mondo”. Le cifre parlano chiaro e registrano 155 vittime. “I media sono diventati più potenti e il giornalismo è diventato più pericoloso” sottolinea Aidan White, segretario generale dell’Ifj. Nel solo Iraq, nel 2006, 68 persone che lavoravano nel settore dell’informazione sono state uccise. Tragicamente simili le cifre rilevate da Reporters sans frontières: 81 giornalisti e 32 assistenti dei media sono stati uccisi nel 2006 (rispettivamente 63 e 5 nel 2005); almeno 871 sono stati arrestati, 1.472 sono stati attaccati o minacciati e 56 sono stati rapiti. La censura ha colpito 1.006 organi di informazione. Anche per Rsf l’Iraq è il posto più pericoloso per i giornalisti.
Un anno nerissimo

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