Il ministero delle Comunicazioni e l’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni hanno messo a punto un database unico delle frequenze. In Italia ci sono 629 emittenti tv, 10 multiplex per la trasmissione in tecnica digitale e 24.680 impianti-frequenze. “Dopo vent’anni in cui l’assenza di un quadro di certezze ha rappresentato uno dei problemi principali del nostro sistema televisivo, spingendo a parlare di far west dell’etere – ha detto il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni (nella foto) – oggi abbiamo finalmente una mappa per orientarci, consultabile e attendibile, che dovremo aggiornare continuamente e sottoporre a verifiche . Ma è sicuramente l’inizio di una svolta”. Grazie al database, il nostro paese potrà “allinearsi con le decisioni internazionali sull’utilizzazione dello spettro, di gestire le frequenze nella fase di transizione al digitale, di identificare situazioni di congestione o sottoutilizzazione della banda” ha aggiunto il ministro. Secondo il presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò, il database rappresenta anche il primo passo per un piano di riassegnazione delle frequenze. “A questo punto – ha detto Calabrò – va messo in cantiere un piano di ispezione sugli impianti, a iniziare da quelli che presentano criticità, che puntiamo a concludere entro l’anno. Solo allora potremo avviare un piano di riassegnazione che, senza espropriare nessuno, non lasci nel patrimonio dei singoli quello che appartiene al patrimonio comune”. A margine della presentazione del database, Calabrò ha detto che entro la fine di luglio sarà pronto il bando di gara per l’assegnazione del 40% della capacità trasmissiva in digitale.
Un database unico per le frequenze tv

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