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Un passione tutta italiana in mostra a Copenaghen

È un’invenzione tutta italiana, non c’è casa della penisola che non ne contenga una: si stratta della caffettiera. Oggetto di design simbolo del Made in Italy ha avuto molte evoluzioni, mantenendo sempre la sua specificità di utilità quotidiana nella vita delle persone ed espatriando è riuscita ad affermarsi anche all’estero. Oggetto tanto unico nelle sue sfaccettature che per la prima volta la passione italiana dell’espresso è al centro di un’esposizione che spiega come si sono evoluti nel tempo il design e la tecnologia del mondo del caffè.

45 oggetti fra macchine per uso domestico e da bar, set e tazzine da caffè sono in mostra a “Passione italiana: l’arte dell’espresso” all’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen fino al 21 Aprile in occasione dell’Italian Design Day, indetto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

Si tratta di pezzi storici, alcuni introvabili ed esemplari unici selezionati perché rappresentano i cambiamenti nel tempo della produzione e del consumo, e permettono di comprendere quanto sia accresciuta nell’immaginario collettivo la rilevanza sociale di un gesto che oggi il mondo lega inscindibilmente al lifestyle e ai riti del nostro quotidiano. Abbiamo intervistato la curatrice della mostra Elisabetta Pisu.

Come è nata l’idea di questa mostra?

Intorno alla caffettiera si sono espressi noti designer e architetti. Da questi presupposti è nata l’idea di sviluppare una mostra che potesse raccontare il valore dell’espresso attraverso le macchine da bar, le caffettiere, le macchine domestiche, i servizi da caffè progettati da grandi designer e architetti.

Queste caffettiere rappresentano stili e trend del momento storico e sociale in cui sono state progettate?

Sì, assolutamente, un processo dovuto alla ricerca tecnologica ed estetica che ha cambiato stili e abitudini: dalle macchine da bar sempre più sofisticate alla Moka Bialetti, che compie 90 anni, alle macchine domestiche a cialde, ognuna di esse ha rivoluzionato la preparazione della bevanda sia al bar che a casa, permettendo di realizzare un caffè di alta qualità organolettica, “l’espresso”.

Photo credit Gaia Micatovich

Cosa vedono le persone che vengono a visitare la mostra?

La mostra è un viaggio nel tempo. Il pubblico potrà ammirare alcune macchine da bar iconiche, come: l’Eterna Pavia del 1925; la Brillante de La Cimbali del 1952; il modello America della Gaggia del 1958; la E-61 della Faema del 1961. Seguono successivamente le caffettiere del design italiano da Aldo Rossi a Ettore Sottsass, Cini Boeri, Angelo Mangiarotti. Si continua con una selezione di tazzine della illy Art Collection realizzate da noti artisti, come Michelangelo Pistoletto e Ai Weiwei e completano l’esposizione i servizi di Alessi Tea & Coffee Piazza di Aldo Rossi e Tea & Coffee Towers di Massimiliano Fuksas e Doriana Mandrelli, progettati entrambi sotto la direzione di Alessandro Mendini

Photo credit Gaia Micatovich

Cosa l’ha colpita nel lavorare a questa mostra?

L’aspetto che mi ha colpito di questa ricerca è stato l’inarrestabile progettualità intorno alle macchine da caffè in questo ultimo secolo.  Un’evoluzione che ha permesso a questa bevanda di diventare un simbolo dello stile italiano nel mondo. La meraviglia è nel constatare come alcuni oggetti sono rimasti fedeli  al loro progetto originale, diventando delle vere e proprie icone. Una conferma del modo di fare design tipicamente italiano: tradizione, artigianalità, innovazione e produzione di qualità.

Photo credit Gaia Micatovich

di Sara Giudice

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