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Un Piccolo come tutti, da Premio Strega

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Alla fine, senza particolari scossoni, l’edizione 2014 del Premio Strega è scivolata via con la vittoria di Francesco Piccolo . Come previsto, il suo  Il desiderio di essere come tutti , edito da Einaudi, ha battuto Il padre infedele di Antonio Scurati, edito da Bompiani. 140 a 135 il conteggio finale dei voti al ninfeo di Villa Giulia. Il suicidio politico del fu Pci (e dei suoi eredi) descritto da Piccolo ha avuto la meglio sulle vicende a metà tra pubblico e privato del cuoco intellettuale raccontato da Scurati. Non è mancata la consueta dose di polemica da bar, soprattutto per il primo degli sconfitti, che non appena ha capito di aver perso ancora una volta in volata (nel 2009 fu Tiziano Sacrpa a soffiargli lo Strega, per un solo voto) ha lasciato la sala. Più pacati, invece, gli altri finalisti, consapevoli di non essere stati mai davvero in gara: il giovane Giuseppe Catozzella   era già soddisfatto per il Premio Giovani dato al suo Non dirmi che hai paura (Feltrinelli), mentre Francesco Pecoraro ( La vita in tempo di pace , Ponte delle Grazie) e Antonella Cilento ( Lisario o il piacere infinito delle donne , Mondadori) fanno buon viso alla visibilità garantita dallo Strega e glissano sulla scarsa considerazione dei giudici. Piccolo, dal canto suo, conclude in gloria un periodo di successi , con il David di Donatello e il Nastro d’Argento raccolti dalla sceneggiatura de Il capitale umano di Paolo Virzì, di cui è autore. “Lo dedico a mia moglie Gabriella, la persona che mi sta più vicino – ha detto -, a  Caserta e all’Einaudi” . Anche quest’anno, il più chiacchierato e anelato e bistrattato premio letterario d’Italia è andato.

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