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Un sensore tutto italiano per combattere i tumori

Infn, CNR e cinque Università hanno lavorato a un sensore che controlli le radiazioni usate in oncologia

Infn, CNR e cinque Università hanno lavorato a un sensore che controlli le radiazioni usate in oncologia

Misura le radiazioni e garantisce terapie più efficaci e meno effetti collaterali. È stato messo a punto da ricercatori di Infn, Cnr e cinque Università.

Misurare in tempo reale le radiazioni che un paziente riceve durante le terapie oncologiche, per essere certi che riceva solo quelle necessarie, che queste siano efficaci al massimo e che gli effetti collaterali siano ridotti al minimo: è la specificità di un sensore tutto italiano nato per combattere i tumori in maniera ancora più precisa. I test già eseguiti sui manichini sono l’anticamera della sperimentazione sui pazienti.

Il rivelatore sviluppato è infatti piccolo, flessibile e costruito con materiali organici: per questo può essere applicato facilmente su ogni parte del corpo e, spiegano i ricercatori, è più sensibile e resistente rispetto ai dispositivi convenzionali. Il vero plus, però, è l’analisi in tempo reale, passo avanti di enorme importanza rispetto ai sistemi attualmente utilizzati nel controllo delle terapie cliniche.

Al lavoro Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), Università di Bologna, Università Federico II di Napoli, Università Roma Tre, Università di Padova e Università di Trento: un articolato lavoro di squadra a livello istituzionale e accademico, che ha meritato la pubblicazione sulla rivista NPJ Flexible Electronics. Il sensore è destinato a un utilizzo anche nello spazio, per il monitoraggio delle dosi di radiazioni cosmiche dannose assorbite dagli astronauti.

di Daniela Faggion

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