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Una foto al giornalismo americano

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È stato pubblicato lo scorso 18 marzo il rapporto annule di Pew Research Center che fotografa la situazione del giornalismo negli Stati Uniti. Dopo anni di declino, nel 2012 la tiratura giornaliera dei giornali è rimasta stabile, con una leggera crescita per le edizioni domenicali. I guadagni dalla vendita delle copie cartacee e digitali dei quotidiani si stanno avvicinando ai guadagni sulla pubblicità per molti giornali, ma “si tratta di una buona notizia solo se ci si dimentica che i guadagni pubblicitari sono scesi al punto più basso possibile”. La terza opzione di finanziamento per gli editori rimane la voce “altro” del bilancio, che comprende eventi, vendite di beni immobili e altre attività non giornalistiche. Al New York Times ora i ricavi dalla vendita del quotidiano superano quelli delle pubblicità, una profonda trasformazione rispetto alla tradizionale ripartizione dei guadagni, dovuta anche all’aumento degli abbonati digitali. “Il pay wall sembra funzionare non solo al New York Times ma anche in piccoli e medi giornali”: sono 450 i quotidiani (su 1.380) che hanno adottato un piano di pagamento per l’accesso ai contenuti sul proprio sito. La maggior parte ha scelto un sistema di pagamento che si attiva dopo un certo numero di articoli letti. L’ultimo in ordine di tempo, e di importanza ad aver scelto questa strada è il Washington Post: da questa estate l’edizione online diventerà a pagamento, con un limite di 20 articoli gratuiti al mese: i costi dell’abbonamento dovrebbero essere compresi tra 7,95 e 24,95 dollari ogni trenta giorni. I vertici del quotidiano già da tempo volevano creare un sistema per avere un introito anche dalla versione internet. “I consumatori di notizie hanno capito quanto sia alto il costo per fare un’informazione di qualità ”, ha detto il direttore del Washington Post, Katharine Weymouth. Tutti gli abbonati all’edizione cartacea avranno accesso illimitato a quella online. Contenuti digitali gratuiti per studenti, insegnanti, impiegati pubblici e personale militare. Nel 2012 il traffico sui 25 siti di notizie più visitati è cresciuto in totale del 7,2%. E secondo i dati del Pew research, il 39% degli statunitensi intervistati ha letto le notizie del giorno online o da un dispositivo mobile già il giorno precedente rispetto al cartaceo o alla tv. Inoltre, il 31% degli intervistati possiede un tablet, quattro volte in più rispetto alla media registrata nel maggio del 2011. Un nodo significativo è la pubblicità: il valore dei banner diminuisce sempre di più, ed “è un problema perché al momento è la forma più diffusa della pubblicità online”. Le vendite dei giornali di carta sono diminuite di nuovo, con un calo di 1,5 miliardi di dollari nel 2012. Le entrate dalla pubblicità digitale crescono solo del 3% e nel 2012 rappresentano 1 dollaro guadagnato ogni 16 dollari persi sulla carta. L’unico settore dove cresce in modo significativo il ricavo dalla pubblicità è quello mobile , con un aumento dell’80% rispetto al 2011. Il 72% dei guadagni però è ripartito tra sei aziende, ovvero Facebook, Twitter, Apple, Millenial Media, Google e Pandora. Secondo il rapporto, nel 2012 la “continua erosione delle risorse per il lavoro giornalistico” nelle redazioni dei giornali statunitensi ha avuto dirette conseguenze sulla capacità di produrre notizie approfondite e ha messo in crisi la loro credibilità. Dal 2000 lo staff delle redazioni è diminuito del 30%, e nel 2012 era formato soltanto da 40mila dipendenti a tempo pieno, come nel 1978. Nel rapporto si legge che “sempre più redazioni, come quella del magazine Forbes, hanno cominciato a usare un servizio tecnologico messo a disposizione dall’azienda Narrative Science per produrre contenuti utilizzando un algoritmo che non ha bisogno di intervento umano”. In generale, l’industria dell’informazione oggi è sempre più a corto di personale ed è impreparata per raccontare alcune storie, approfondire notizie o verificare i fatti. E il pubblico se ne accorge. Secondo un sondaggio avviato parallelamente alla ricerca, “circa un terzo degli statunitensi che ha risposto all’indagine, ha smesso di affidarsi a un certo mezzo d’informazione perché non più soddisfatto delle notizie proposte”.

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