Lo chiamano già il Sopa italiano. Una norma che consente la rimozione immediata di contenuti online su qualsiasi piattaforma sulla base della richiesta di “ qualunque soggetto interessato ”. È un emendamento presentato dal deputato della Lega Nord Gianni Fava, licenziato giovedì scorso in commissione Affari comunitari della Camera, e associato alla legge comunitaria in discussione alla Camera proprio in questi giorni. Il governo non ha preso una posizione ufficiale sul testo. Secondo i giuristi che si occupano del mondo informatico si tratta di un altro tentativo di imbavagliare internet . Soprattutto perché la nuova norma consente di aggirare l’autorità giudiziaria o amministrativa, e chiedere direttamente al fornitore di servizi online la rimozione di contenuti ritenuti lesivi del diritto d’autore, diffamatori, o comunque illeciti. Dura opposizione di diverse forze politiche all’emendamento. Il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro ha intimato “ giù le mani dalla rete ”, per Antonio Borghesi quella norma va “ contro il web e la libertà d’informazione. Ci auguriamo davvero di poterla fermare subito ” E di “ bavaglio ” da “ allarme rosso” hanno parlato Vincenzo Vita (Pd) e Beppe Giulietti, portavoce di Articolo 21.
Una Sopa all’italiana

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