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UNA VITA DA MEDIANO… COME HERCULE POIROT

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“Una vita da mediano lavorando come Oriali…”. Il refrain della canzone di Ligabue può essere applicato anche ai palinsesti televisivi. Specialmente d’estate, con programmi che fanno “una vita da mediano”, silenziosa ma efficace, provando onestamente a raggranellare qualche dato d’ascolto. Chi prova a calciare palloni da una parte all’altra del campo televisivo estivo è per esempio Hercule Poirot su Retequattro, nel prime time del mercoledì. A volte anche con discreti risultati, se si pensa che la media della serie di film tv attualmente in programmazione è dell’8% di share. Come molti sapranno Poirot è l’ispettore belga nato dall’immaginazione di Agatha Christie, alla pari di Miss Marple. Curiosamente, mentre Retequattro punta su Poirot Raiuno propone per la serie “Le signore del giallo” i nuovi film tv ispirati alle vicende dell’arzilla detective in gonnella. “Addio, Miss Marple” martedì 11 luglio ha ottenuto il gradimento di due milioni e mezzo di utenti. Un dato inferiore agli obiettivi di rete, ottenuto in una serata vinta da Canale 5 con la mediocre serie “Invasion” e nella quale Raidue si è portata a casa il solido gruzzolo di due milioni e mezzo di fans con il telefilm “Alias” (un altro infaticabile e vincente mediano!). Ma le riletture filmiche dei libri della Christie recano problemi strutturali che hanno in parte investito anche le trasposizioni per il cinema, con l’eccezione di opere quali Assassinio sull’Orient Express di Sidney Lumet e Assassinio allo specchio di Guy Hamilton. Il primo con Albert Finney nei panni di Poirot, l’altro con Angela Lansbury in quelli della Marple, ed entrambi con dei cast di alto livello. L’opacità degli ultimi film tv non riguarda nemmeno la qualità della recitazione; bisogna anzi ammettere che l’inglese David Suchet fa di tutto per non far rimpiangere i Poirot di Finney e Peter Ustinov. Il vero problema risiede nell’incapacità di raffigurare con immagini il mondo raccontato dalla Christie. Un mondo a cavallo tra le due grandi guerre, dominato da una miscela di pulsioni (avidità, gelosia, infedeltà), dove l’omicidio è al tempo stesso sfida per i protagonisti e stimolo per i lettori. La freddezza e la staticità dei luoghi e delle situazioni delle odierne fiction genera invece un effetto soporifero che alla lunga diventa letale quanto l’arsenico tanto “amato” dalla Christie.

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