Scalfari-Vaticano, tra il fondatore del quotidiano la Repubblica e la Chiesa sono riemersi imbarazzi e incomprensioni. Colpa del lungo articolo pubblicato in apertura del giornale il 13 luglio. Un colloquio con papa Francesco. Che a quanto pare non è sinonimo di “ intervista ”, nel senso di botta e risposta tra giornalista e interlocutore con fedele trascrizione dei virgolettati. E così il portavoce vaticano Federico Lombardi si è affrettato a spiegare che non tutte le frasi riportate sono state pronunciate testualmente dal pontefice. In particolare “ ciò vale per due affermazioni che hanno attirato molta attenzione e cioè che fra i pedofili vi siano cardinali e che il papa abbia affermato con sicurezza, a proposito del celibato, le soluzioni le troverò”. Insomma, un sequel del precedente fraintendimento di ottobre 2013. Bergoglio illustrò a la Repubblica i suoi piani per una riforma della Chiesa, il Vaticano prima pubblicò, poi tolse l’articolo dal proprio sito web ufficiale. La conversazione era stata anche quella volta ” aggiustata ”, come ammise poi lo stesso Eugenio Scalfari, che ricorda sempre come in 50 anni di interviste non abbia mai utilizzato il registratore. Padre Lombardi ha chiarito che, come per il precedente, “non si può e non si deve parlare in alcun modo di intervista nel senso abituale del termine, come se si riportasse una serie di domande e di risposte che rispecchiano con fedeltà e certezza il pensiero preciso dell’interlocutore”. “ Le singole espressioni riferite, nella formulazione riportata, non possono essere attribuite con sicurezza al papa”.
Vaticano-Repubblica, un problema di virgolette

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