Venezia prima di Venezia. La 66esima edizione del Festival del Cinema ospitato dal Lido comincia ufficialmente domani, ma già oggi lungo i canali si comincerà a masticare sprazzi di Settima Arte, con la riproposizione de ‘La grande guerra’, capolavoro di Mario Monicelli interpretato da Alberto Sordi e Vittorio Gassman. La storica pellicola, girata nel 1959, sarà proiettata questa sera nel centro storico del capoluogo veneto (ore 21, Arena di Campo San Polo, ingresso gratuito) nella sua versione lunga, ricostruita e restaurata dal produttore Aurelio De Laurentiis e dalla Cineteca Nazionale. Il regista incontrerà il pubblico veneziano prima della visione. Dal 2 settembre, invece, saranno le opere in concorso e non dell’edizione 2009 ad animare le curiosità di critica e pubblico. Tra i titoli più attesi c’è ‘Capitalism: A Love Story’, nuovo lungometraggio di Michael Moore , che aprirà la rassegna e lancerà una serie di documentari tra cui quelli di John Turturro (sulle sue origini sicule), ‘Videocracy’ di Erik Gandini (sull’Italia berlusconiana e la deriva anti-democratica dei suoi mezzi di comunicazione) e ‘L’oro di Cuba’ di Giuliano Montaldo (che presenta anche magnifici filmati di repertorio fino a oggi inediti). A riprendere il tema della crisi economica e del suo preoccupante domino sociale ci sarà anche ‘The Informant!’ di Steven Soderbergh, con Matt Damon nei panni di un dirigente corrotto. Tra le stelle che calcheranno la passerella di Venezia vi saranno Nicolas Cage (per ‘Bad Lieutenant: Port of Call New Orleans’ di Werner Herzog, che propone una sua versione del film originale di Abel Ferrara), George Clooney (protagonista di ‘The Men Who Stare at Goats’), Oliver Stone (che con ‘South of the Border’ fa un ritratto di Hugo Chavez), Charlize Theron (per ‘The Road’, tratto da un romanzo di Cormac McCarthy) e Sylvester Stallone. Ad aggiudicarsi fin d’ora uno dei premi più importanti, il Leone d’Oro alla carriera, è il mondo dei cartoon, con John Lasseter e i registi Disney-Pixar Lee Unkrich e Ash Brannon. Il cinema di genere avrà i suoi spazi, soprattutto con George Romero e il suo ‘Survival of the Dead’ girato in appena tre settimane, che attraverso un’invasione di zombie racconta un’America spaventata e perduta, in antitesi all’ottimismo obamiano dello ‘Yes, we can’. Torna alla Mostra anche Tinto Brass, che curerà una retrospettiva critica del suo lavoro, tra lo sdoganamento di oggi e il bando subito due decenni fa proprio al Festival. Come a dire che i tempi cambiano e il cinema si evolve, ma il suo fascino e la potenza del suo linguaggio restano (per lo più) intatti.
Venezia, il Festival del Cinema alle porte

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