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Venezia porta in trionfo Killer Joe, elogia Gipi e ritrova Abel Ferrara in attesa del Faust

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Le giornate di proiezioni scorrono senza intoppi e sin qui, alla Mostra del cinema di Venezia , nessun film ha raccolto più applausi e consensi di Killer Joe . L’ultima opera di William Friedkin racconta la storia di un giovane spacciatore (Emile Hirsch) che si vede costretto a recuperare rapidamente seimila dollari. Così ingaggia un killer (Matthew McConaughey) per assassinare sua madre e riscuotere l’assicurazione sulla vita. Da questa situazione di partenza si sviluppa una trama divertente, violenta e politicamente scorretta che ha appassionato i presenti al Lido, che hanno acclamato il regista statunitense. Meno eclatante ma ugualmente positiva è l’impressione suscitata da L’uomo terrestre , opera prima del disegnatore Gipi . L’ultima delle tre opere italiane in concorso sembra anche la più convincente e fresca, forse perché girata da un personaggio estraneo ai meccanismi e alle narrazioni del mondo del cinema. Al contrario di Abel Ferrara , che torna a Venezia con la consueta verve e con 4:44 Last Day on Earth , film apocalittico che racconta la fine del mondo, ineluttabile e imminente, ma accettata con rassegnazione dai protagonisti: “Parla degli individui e della gioia o dell’incubo di vivere, di come sia successo che l’uomo sia arrivato a distruggere se stesso, di un’umanità che non sa che cosa fare”, dice Ferrara, anticipando involontariamente una delle tematiche del Faust di Alexandre Sokurov . Il cineasta russo reinterpreta il capolavoro di Goethe facendo propri i bisogni più umani e carnali del protagonista: fame, avidità, lussuria e una continua ricerca dell’elemento mancante, da cui dipende la felicità (o l’infelicità) di un essere qualunque e per questo unico come Faust. Che si candida con prepotenza al Leone d’Oro.

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