Da lunedì 5 marzo non sarà più possibile far pagare i costi di ricarica dei cellulari. Le compagnie telefoniche sono pronte, o almeno così hanno garanti to all’ AgCom, cui spetta vigilare dopo l’entrata in vigore della Legge Bersani. L’autorità ha anche varato nuovo regole per garantire piena trasparenza e un nuovo sistema di monitoraggio. Le nuove regole varate dall’Authority riguardano tutti i servizi offerti dagli operatori di telefonia fissa e mobile: prevedono criteri standard di comunicazione delle tariffe telefoniche, in modo da renderle immediatamente confrontabili. Con questi criteri, garantiti dall’utilizzo di moduli predefiniti, tutte le tariffe dovranno essere comunicate all’Autorità e pubblicate in modo evidente sul sito internet degli operatori. Per chi no adempie ci saranno sanzioni. L’Autorità punta dunque da un lato alla trasparenza delle tariffe, e dall’altro attiva un servizio di monitoraggio che dovrebbe permettere interventi più tempestivi a tutela dei consumatori. Le associazioni dei consumatori si sono alleate per verificare che l’eliminazione dei costi di ricarica non finisca in un aumento delle tariffe telefoniche, magari con un accordo di cartello tra le compagnie. Almeno per i clienti vecchi, perché è già evidente che per quelli nuovi le tariffe saranno più salate. 3 abolisce già in queste ore i costi di ricarica garantendo di non toccare i piani tariffari, almeno per il momento. Domenica 4 marzo sarà la volta di Vodafone che eliminerà i costi di ricarica in anticipo di un giorno. Per i vecchi clienti le tariffe resteranno inalterate. Per le nuove attivazioni saranno invece disponibili due nuovi piani rimodulati, oltre ai tre che resteranno in commercio. Tim abolirà i costi all’ultimo minuto concessole, lunedì. Wind era l’unica a non far pagare le ricariche, almeno quelle sopra i 50 euro, ha annunciato che rivedrà le tariffe per chi spende di meno. Qualsiasi sia la scelta, commenta il ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani, il consumatore, ”comunque, ci guadagnera”’ e le compagnie, piu’ che impelagarsi in una ”guerra”, potranno ”rinnovare le loro strategie rendendole piu’ trasparenti senza rimetterci nulla nel medio periodo”. Qualche remora è stata espressa invece dai sindacati delle società di telecomunicazioni che temono un impatto troppo drastico delle misure sugli operatori piu’ piccoli. Le eventuali difficolta’ incontrate dalle società per far fronte alla riduzione di entrate derivanti potrebbero infatti, secondo Uilcom e Fistel-Cisl, scaricarsi sul mondo del lavoro.
Via i costi di ricarica, ma arrivano nuove tariffe

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