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Vino, gli Italiani preferiscono le bollicine

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Lo dice l’Annual Report 2025 presentato a Roma da Valoritalia. Intanto Federvini esulta: export da primato

Meno rosso e più bollicine. Meno struttura e più leggerezza. Questo in estrema sintesi il significato dell’Annual Report 2025 di Valoritalia, azienda che nella certificazione vitivinicola con 37 sedi operative in tutta Italia, 219 denominazioni d’origine certificate (pari al 56% della produzione nazionale dei vini di qualità) per un valore di oltre 9 miliardi di euro.

Secondo la settima edizione del documento, presentata nei giorni scorsi a Roma, già da qualche anno gli Italiani preferiscono le bollicine e i vini di pronta beva. Infatti, le denominazioni a prevalenza vino rosso hanno subito una contrazione del 6,8% mentre gli spumanti hanno guadagnato un +5%. Di più: le Docg subiscono una perdita (-2,3%) come le Igt (-6,3%), mentre le Doc (il 58% del valore del vino certificato nel 2024) salgono del 2,7%.

Il report ha inoltre fatto notare come nei primi mesi del 2025 si sia registrato un -3,3% degli imbottigliamenti, “un calo imputato alla condizione di incertezza legata ai dazi Usa e alla conseguente prudenza degli operatori statunitensi”. Su questo aspetto sembra voler rassicurare gli animi la nota di Federvini: secondo i dati Nomina, pure in un contesto internazionale segnato da guerre, instabilità geopolitiche, incertezze commerciali e sfide culturali, il settore italiano dei vini, spiriti e aceti si conferma pilastro dell’agroalimentare nazionale.

Nel 2024 l’export complessivo ha raggiunto i 10,5 miliardi di euro, con un saldo commerciale positivo di 8,9 miliardi. Ciò ha rafforzato la leadership italiana sui mercati internazionali. Vedremo se nel lungo periodo ciò basterà per contrastare un contesto decisamente critico.

di Daniela Faggion

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