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YouTube canta in streaming, a singhiozzo

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E’ quasi fatta per il lancio del servizio di musica in streaming (a pagamento) di YouTube . Il canale video di proprietà di Google sfiderà entro l’estate Spotify e Deezer, puntando sulla sua popolarità e sull’abitudine degli utenti a navigare tra i meandri della sua piattaforma, tra le più frequentate del web. Resta da risolvere il problema del copyright sulle canzoni di alcuni artisti celebri , che potrebbero decidere di boicottare il servizio e non concedere a YouTube il diritto di trasmettere i propri album, rendendo meno certo il successo dell’iniziativa.  Google ha siglato accordi con le principali etichette discografiche, ma le compagnie minori , che spesso gestiscono popstar di livello internazionale, non hanno ancora trovato l’intesa con il colosso della rete, lamentando un trattamento di secondo livello rispetto a quello riservato alle major. Così, band come Artic Monkeys o cantanti come Adele potrebbero sparire in toto da YouTube. A Mountain View dormono sonni tranquilli, consci di poter contare sul 90-95% del repertorio dell’industria musicale  e convinti che la minaccia dell’oscuramento dei videoclip dalla loro piattaforma sia insostenibile anche per nomi di primo piano del panorama musicale. Come rinunciare, del resto, a un pubblico potenziale di 1 miliardo di persone (per gli abbonamenti a pagamento) e di 3 miliardi per i normali passaggi video? Band ed etichette indipendenti sono però sul piede di guerra e potrebbero appellarsi all’antitrust in Europa e Stati Uniti , convinti che Google stia facendo abuso di posizione dominante, falsando il mercato. YouTube, oltre a guardarsi dalla concorrenza di Spotify, Deezer e Beats, di recente acquistato da Apple, dovrà fare i conti con i musicisti bistrattati. Difficile cantarsela e suonarsela da soli, nell’economia internet di questi giorni.

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