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Castelli attacca la tv romanocentrica

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I Cesaroni, Un ciclone in famiglia, il medico di Raiuno. ” P arlano tutti in romanesco. È una cosa insopportabile. Dà fastidio, non tanto per una questione localistica o campanilistica, ma è chiaro che il linguaggio è parte essenziale dei personaggi” . La provocazione arriva dal vice ministro alle Infrastrutture, Roberto Castelli , a margine della cerimonia d’inaugurazione del Polo della Cinematografia Lombarda e ha scatenato un dibattito che si è esteso dal mondo della politica a quello dello spettacolo. Nel suo attacco al romanesco Castelli ha fatto l’esempio della fiction su Papa Giovanni XXIII ” che era un bergamasco verace”: “Sentirlo parlare con accento romanesco – ribadisce Castelli – è sbagliato storicamente. Dà fastidio da un punto di vista culturale” . Per questo, secondo il vice ministro, “con l’apertura del polo cinematografico lombardo si pongono le premesse per fare un’azione culturale migliore. Quindi in ambientazioni a Milano si parli milanese”. “ Castelli? Da un lato lo capisco, il problema c’é ma la soluzione non è spostare la sede del polo degli audiovisivi che è a Roma e va mantenuta anche perché, altrimenti, tempi e costi sballerebbero tutti”, ha replicato il parlamentare e attore del Pdl Luca Barbareschi . “Io – sottolinea Barbareschi – punterei sulle scuole: anche perché per gli attori a volte strascicare il dialetto è una scorciatoia” ” Il problema è fare bene il proprio mestiere , in dialetto o in lingua poco importa “, si è difeso lo showman romano Flavio Insinna. ” Io penso che Roberto Castelli non ha alcun titolo per poter intervenire su una faccenda che non lo riguarda , non lo tocca e di cui non sa nulla” , ha attaccato l’attrice Monica Guerritore. Castelli non ha tutti i tori invece secondo Gabriella Carlucci. ” Forse ha ragione chi dice che lo spettacolo è ‘romanocentrico’, allora occorre mettere in condizione chi ha progetti validi di realizzarli e questo si può fare attraverso le agevolazioni fiscali”.   Vieni a trovarci su Facebook     

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