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Datagate, la Nsa cambia strategia (forse)

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Gli Stati Uniti , tramite l’ Agenzia nazionale per la sicurezza , hanno spiato i leader e le popolazioni di mezzo mondo, intercettando telefonate e tracciando le attività web di milioni di persone. La cosa ha fatto scalpore in Europa, ma anche a Washington c’è chi comincia a criticare le scelte dell’intelligence a stelle e strisce. La senatrice democratica Dianne Feistein ha criticato aspramente il presidente Obama e la sua amministrazione per le attività di sorveglianza perpetrate negli ultimi anni, chiedendo  “una revisione totale di tutti i programmi di intelligence” , in modo che i membri del Congresso “siano informati sulle operazioni in opera” . Feistein fa parte della commissione di Intelligence del Senato ed è critica soprattutto nei confronti dello spionaggio compiuto su 35 capi di governo in diversi continenti. “La Casa Bianca mi ha informata che la raccolta dei dati sui nostri alleati non continuerà, cosa con cui sono d’accordo – ha aggiunto – . Ma rimango preoccupata” . Il cambio di rotta, però, potrebbe essere marcato , anche perché a spingere per un ammorbidimento e una revisione della Nsa non sono solo i democratici, ma anche buona parte dell’opinione pubblica americana e dei governi europei. Anche se alla Casa Bianca e tra i repubblicani c’è chi sostiene l’importanza di un controllo capillare delle informazioni, con metodi più o meno leciti.

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