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Dove va l’ambiente italiano?

Milano_Italia

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E’ la domanda che si è posto il rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra),“Transizione Ecologica Aperta”, che passa in rassegna tutti i principali sistemi naturali e umani che concorrono a definire quello che chiamiamo “ambiente” italiano. L’ente, che dal 2010 si occupa di protezione ambientale, ne ha esaminato lo stato attuale ma anche l’andamento negli ultimi anni e gli obiettivi per i prossimi.

L’Italia è un paese fortemente urbanizzato, con più di un terzo della popolazione concentrata nelle sue 14 città metropolitane. Questa forte concentrazione connota il dato più allarmante evidenziato dal Rapporto, quello relativo al creazione di isole di calore urbano: cementificazione, scarsità di aree verdi, utilizzo dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento degli edifici sono tra i principali responsabili dell’aumento delle temperature dei centri cittadini, fino a 4-5°C in più rispetto alle aree periferiche.

La buona notizia è che le aree protette sia terrestri sia marine siano aumentate molto, per numero e per estensione, dagli anni Settanta a oggi. Sono state istituite 875 aree protette per una superficie di 3.173.305 ettari a terra e una superficie a mare di 2.858.925 ettari. I Parchi nazionali Arcipelago La Maddalena e Arcipelago Toscano comprendono anche superfici marine. Queste aree protette sono strumenti essenziali per la salvaguardia della biodiversità, a tal punto che l’Unione Europea ha stabilito che per il 2030 tutti i Paesi membri dovranno proteggere almeno il 30% delle proprie superfici terrestri e il 30% di quelle marine, e che un terzo di queste dovrà essere protetto in modo rigoroso.

 

di Arman C. Mariani

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