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Google Books, questione di fair use

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Google è alla ricerca dell’escamotage per porre fine alla diatriba sul servizio Books , che digitalizza e poi mette in rete, ad accesso libero, milioni di libri in tutto il mondo. E il trucco potrebbe essere quello di appellarsi al ‘fair use’, ovvero all’uso legittimo dei contenuti , concetto non nuovo alla giurisprudenza americana in materia di diritto d’autore.   La compagnia di Mountain View ha chiesto al giudice newyorchese Danny Chin di chiudere la causa aperta dall’associazione degli autori statunitensi, Authors Guild, contro di lei, sostenendo che Books offre un servizio utile ai lettori ma anche agli scrittori, che godrebbero di una enorme distribuzione digitale delle proprie opere.   BigG punta sull’aspetto più ludico e ‘civile’ dell’impresa, ovvero sulla diffusione planetaria di un grandioso patrimonio di conoscenze, che diventerebbero di facile accesso per tutti grazie al web. Gli utenti aumenterebbero di pari passo con il crescere della diffusione e continueranno a comprare i volumi, fornendo i profitti dovuti agli scrittori.    Uno scenario auspicabile nel complesso, ma quanto meno roseo nel prevedere un’evoluzione senza intoppi né derive di tutto il sistema (informatico-culturale). Intanto, milioni di libri aspettano in silenzio di essere digitalizzati. Per finire in vendita sul internet oppure visibili gratuitamente a tutti, via Google.

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