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Google e gli editori, resa dei conti?

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Mathias Döpfner, amministratore delegato della Axel Springer , terzo colosso editoriale d’Europa con oltre 300 tra radio, tivù e testate online e cartacee sparse tra la casa madre Germania e le succursali in Spagna, Francia, Europa dell’Est fino alla Russia, ha scritto una  lettera aperta al boss di Google Eric Schmidt, ammettendo la sua “ paura ” della rete. Dalle pagine della Frankfurter allgemeine zeitung, il numero uno ha dichiarato la sua impotenza di fronte al super Stato digitale e monopolista del motore di ricerca più cliccato al mondo. “ I lettori ci prendono per schizofrenici ” ha scritto Döpfner “d a una parte Springer fa cartello in Europa con gli editori che si schierano contro Google e per la tutela del diritto d’autore. Dall’altra Springer trae profitto dal traffico creato da Google, sfruttandone gli algoritmi a scopo pubblicitario. È vero, possiamo essere definiti schizofrenici. O magari liberali. La verità è che, prendendo in prestito una delle parole preferite della nostra Cancelliera, non abbiamo alternativa ”. “Noi e molti altri” , ha sottolineato, “ siamo dipendenti da Google, solo in Germania il motore di ricerca cattura una quota di mercato del 91,2”. “Google non ha bisogno di noi, siamo noi ad avere bisogno di lui”.  Il mezzo sta cambiando il messaggio e, da amministratore delegato, nella lettera Döpfner ha descritto i limiti e le incertezze di questa fase di cambiamento: “ Non conosciamo alternative ai motori di ricerca per mettere in sicurezza o migliorare i nostri mezzi online. Per questo sempre più editori fanno lo stesso. Gran parte dei media giornalistici di qualità riceve il suo traffico online attraverso Google ”. Non una “teoria complottistica” , ma la guerra ormai a un monopolista di mercato. “Ormai la torta appartiene a un unico attore”. 

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