Un mese di diritto all’oblio legittimato dall’Unione europea . Trenta giorni in cui Google , soprattutto, è stata raggiunta da migliaia di richieste di cancellazione di link dai suoi risultati di ricerca. Secondo i dati raccolti da Ansa, sarebbero 70mila i moduli online compilati dagli utent i. Tra il 29 maggio e il 30 giugno , i Paesi più attivi nel richiedere la sparizione di contenuti dall’indicizzazione delle ricerche web sono stati Francia (oltre 14mila), Germania, Regno Unito, Spagna e Italia. Seimila nostro connazionali hanno interpellato Google nella speranza che vengano dimenticati certi post in un vecchio blog, o qualche fotografia non appropriata. La rimozione, però, non è garantita : il motore di ricerca vaglierà ciascuna domanda e, qualora il contenuto dei link incriminati fosse “inadeguato o irrilevante”, come dice la normativa europea, provvederà alla loro sparizione, altrimenti li lascerà dove sono stati sino a ora. In media, ogni richiesta di riporta a 3,8 pagine web , per cui gli indirizzi da cancellare dai risultati di ricerca sarebbero quasi 270mila. Google ha già cominciato a fare pulizia, ma qualcuno rimarrà deluso.
Google spulcia le richieste di oblio

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