Dal 2000 circa i vacanzieri a stelle e strisce nel Bel Paese sono aumentati e vengono soprattutto per cibo e vino
Il 90% dei turisti americani indica il cibo e il vino come il motivo per cui scegliere l’Italia come meta per le proprie vacanze. Più che Open to Meraviglia, per parafrasare lo sfortunato spot, Open to Scorpacciata, visto che l’enogastronomia è in testa alla classifica delle “bellezze” più gettonate dagli Americani in ferie nella penisola italiana. Il dato è emerso nel corso di Summer Fancy Food 2024, il più importante evento fieristico nordamericano dedicato alle specialità alimentari, che si è svolto alla fine di giugno presso il Javits Center di New York City.
Tra le esperienze enogastronomiche più amate ci sono gli assaggi dei piatti tipici delle varie regioni e le visite ai mercati contadini locali. A seguire degustazioni guidate di cibo e vino, lezioni di cucina italiana e pasti nei ristoranti “stellati”. L’indagine conferma come i vacanzieri a stelle e strisce abbiano un budget elevato e prestino anche particolare attenzione alla qualità dell’alimentazione per la quale destinano una quota elevata della spesa durante la vacanza.
Il numero dei visitatori americani in Italia negli ultimi venti anni è più che triplicato, arrivando a superare nel 2023 i 4 milioni di arrivi, vicino ai livelli pre-pandemia, con una spesa di quasi 6,5 miliardi di euro. Dall’Italia, almeno il 77% dei turisti intervistati afferma di aver riportato negli States almeno un ricordo della vacanza italiana da mettere in tavola o da regalare a parenti e amici. Inoltre, ancora più rilevante, il 32% dichiara di aver modificato in modo sensibile le proprie abitudini alimentari dopo il viaggio in Italia; il 6% di averle completamente cambiate.
Questo ha avuto ricadute sensibili sulle esportazioni negli Usa dei prodotti simbolo dello stile alimentare italiano negli ultimi dieci anni: +67% di olio d’oliva; +193% di pasta. Negli States sono praticamente triplicate (+133%) le vendite di conserva di pomodoro, ma sono notevoli anche quelle dei formaggi a pasta dura, con Parmigiano Reggiano dop e Grana Padano dop che hanno quasi raddoppiato e hanno segnato un +86%. Numeri e cifre sono state diffuse in base alle rielaborazioni di Coldiretti su dati Istat, Banca d’Italia e piattaforma specializzata I Love Italian Food (Ilif).
di Daniela Faggion