Ibm taglia il traguardo del secolo di vita e si prepara a celebrare l’evento con un’iniziativa: nel corso dei prossimi dodici mesi più di 300mila dipendenti di oltre 120 paesi saranno in servizio volontario in tutto il mondo, in associazioni di varia natura, donando competenze professionali per lo sviluppo di oltre cinquemila progetti globali a carattere sociale. In totale, i dipendenti del colosso tecnologico presteranno due milioni di ore a livello mondiale. In Italia sono previste attivita’ in Lombardia e a Genova, Roma e Napoli. All’ospedale San Gerardo di Monza e al Policlinico di San Donato Milanese. Una storia lunga e complessa, quella di International busines machines , fatta di luci e ombre: dalla fondazione, il 16 giugno del 1911, alla collaborazione con il presidente americano Roosvelt nelle politiche sociali del New Deal (1935), seguita dalla fornitura di materiali tecnici alla Germania nazista, che li utilizzò poi nei campi di concentramento. Dai primi calcolatori elettronici fino all’esplosione del mercato dei computer, cui la casa americana fornisce spesso e volentieri chip e processori. E mentre in tutto il mondo si festeggia lo spegnimento della centesima candelina, la società prepara un cambio al vertice che dovrebbe dare nuova linfa ed entusiasmo alle sue attività. Samuel Palmisano, attuale Ceo di Ibm, sta scegliendo il prossimo amministratore delegato nella storia dell’azienda, il dirigente che dovrà traghettarla nel mare magnum delle nuove frontiere high tech: dai dispositivi mobili di ultima generazione alla sfida del cloud computing. Sfidando concorrenti vecchi e nuovi, da Oracle a Google.
Ibm compie cent’anni e prepara la svolta

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