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Il cinema sulla Croisette, tra grandi nomi e recessione

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Comincia domani la 62 esima edizione del Festival del Cinema di Cannes. La Croisette sarà quest’anno meno sfavillante, a causa della crisi economica che ha colpito non solo il settore cinematografico, con le difficoltà di produttori e distributori, ma anche l’intorno, lo sfarzo e il lusso che da sempre caratterizzano i giorni del festival sulla Costa Azzurra. Meno feste esclusive e più film, per quanto i budget delle pellicole siano in diminuzione e piazzare i titoli di piccolo-medio livello non sia semplice come qualche anno fa. Non tutta la recessione viene per nuocere, comunque, se il fulcro delle attenzioni si sposterà dalla passerella alle opere in proiezione. Per dodici giorni, Cannes sarà la capitale internazionale del cinema. Brad Pitt e Quentin Tarantino presenteranno Inglorious Basterds , l’ultima fatica di uno dei registi più discussi di Hollywood, uno dei 20 film che si contenderanno la Palma d’Oro. Tra gli altri aspiranti al premio più prestigioso ci sono anche Broken Embraces di Pedro Almodovar e con Penelope Cruz, Antichrist di Lars Von Trier e Looking for Eric di Ken Loach. I grandi nomi dunque non mancheranno, e certamente pubblico e critica parleranno molto delle opere in concorso, tra entusiasmi da prima visione e delusioni. Maestri della Settima Arte come Alain Resnais e l’italiano Marco Bellocchio arricchiranno un programma fitto, che offrirà spunti interessanti anche grazie alla presenza di due capisaldi del cinema orientale come Johnnie To e Tsai Ming-Iiang. Manca, forse, la possibile sorpresa , un nome veramente nuovo in grado di ribaltare i pronostici e catturare l’immaginario dei presenti e dei futuri spettatori europei e non. Ma, al di là delle difficoltà monetarie e dello stile più dimesso, l’unico auspicio valido è quello di un festival fatto e incentrato su film belli e appassionanti. Del resto si farà tranquillamente a meno.  

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