E’ di nuovo battaglia tra Google e i giganti dell’intrattenimento mondiale. Le case discografiche e cinematografiche hanno rinnovato al motore di ricerca l’accusa di diffondere la pirateria, favorendo l’indicizzazione dei siti che diffondono materiale illegale. Il governo britannico ha deciso così di intimare a BigG il declassamento dei link sospetti nei suoi risultati di ricerca. Non è la prima volta che da Londra minacciano Google sulla questione : poco più di un anno fa, il ministro ai beni culturali, Jeremy Hunt, aveva chiesto alla società internet di penalizzare i siti che eludevano il diritto d’autore, altrimenti il Parlamento avrebbe discusso leggi restrittive per la net-company. Da Mountain View hanno prospettato alcuni provvedimenti per i siti trasgressori, ma ora il ministero dovrà vagliare la validità delle soluzioni proposte. Secondo l’industria dell’intrattenimento, però, le prime pagine dei risultati di Google continuano a contenere materiale illegale. E in un Paese (come la Gran Bretagna) dove il 90% degli internauti naviga su web via BigG, questa ‘pubblicità involontaria’ si tramuta in una diffusione su larga scala della pirateria. O forse è solo il circolo (vizioso) del sistema internet.
Il Regno Unito striglia Google sulla pirateria

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