Ore 4.04: la terra trema . Occhi sbarrati nel letto. Qualche anno fa ci si sarebbe fiondati davanti alla tv, a caccia di aggiornamenti. Oggi, invece, il moto si è propagato a notevole velocità su Facebook e Twitter. Tutti quelli che hanno uno smartphone hanno fatto la stessa cosa, quasi fosse un istinto innato: si sono c ollegati ai social network, e hanno condiviso la paura e i dubbi, cercando di stemperarli. C’è chi, a Modena , dove la scossa è stata forte ha fatto una mini statistica: “ ono uscite dieci persone, esco anch’io ”. Altri invece hanno provato a tranquillizzare tutti: “ non è niente, ora passa ”. Dopo un po’, quando gli istituti di sismologia hanno iniziato a diffondere notizie certe come magnitudo ed epicentro, tweet e post si sono focalizzati. Qualcuno ha aggiornato gli amici da San Felice e da Finale Emilia, i paesi più colpiti, e ha messo online anche qualche foto . La cronaca fatta dagli interessati ha preso forma e le informazioni utili (” è crollata la torre, stare lontano dai muri, c’è un punto di assistenza qui in fondo ”) sono saltate da un telefonino all’altro.
Il terremoto tra tweet e post

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