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L’immigrazione vale il 9% del PIL

immigrazione e integrazione in Italia

immigrazione e integrazione in Italia

Ecco i numeri del Rapporto 2022 sull’Economia dell’Immigrazione in Italia, stilato ogni anno dalla Fondazione Leone Moressa.
Il lavoro di chi è nato all’estero ma risiede in Italia vale in media il 9% del PIL italiano. Lo spiega il Rapporto 2022 sull’Economia dell’Immigrazione presentato dalla Fondazione Leone Moressa. Sono 5,2 milioni i cittadini stranieri residenti in Italia, l’8,8% della popolazione, in maggioranza donne (51,3 su cento). La media della loro età è inferiore a quella italiana: 46,7 anni per gli Italiani, 35,1 per gli stranieri di cui solo il 5,2% supera i 65 anni (mentre gli Italiani over 65 sono più di un quarto).
Dei 5,2 milioni almeno 4,2 sono contribuenti, 2,26 milioni lavoratori e 753mila imprenditori, cifra quest’ultima particolarmente interessante perché rappresenta il 10% del totale dell’imprenditoria. L’occupazione di Italiani e stranieri non differisce di molto in percentuale – 58,3 in un caso, 57,8 nell’altro – ma differisce rispetto alla qualifica: tra gli italiani, il 37,5% svolge attività qualificate e tecniche, contro il 7,8% degli stranieri. Al contrario, i lavoratori non qualificati sono l’8,5% tra gli italiani e il 31,7% tra gli stranieri.
Nonostante la concentrazione in fasce medio-basse, i lavoratori immigrati producono 143,9 miliardi di euro di Valore Aggiunto, dando un contributo al PIL pari al 9%: contributo che aumenta sensibilmente in Agricoltura (17,9%), Ristorazione (16,9%) ed Edilizia (16,3%). Si attestano a 7,7 miliardi le rimesse mandate alle famiglie nel mondo e, anche se la pandemia ha determinato un calo nei redditi dichiarati da contribuenti immigrati (-4,3%), il saldo tra il gettito fiscale e contributivo (entrate, 28,2 miliardi) e la spesa pubblica per i servizi di welfare (uscite, 26,8 miliardi) rimane attivo per +1,4 miliardi di euro. Gli immigrati, prevalentemente in età lavorativa, hanno infatti un basso impatto sulle principali voci di spesa pubblica come sanità e pensioni.
Lo scorso anno (2021) sono stati rilasciati 274mila nuovi permessi di soggiorno, tornati a crescere dopo gli stop forzati dovuti alla pandemia. La maggior parte per ricongiungimento familiare (44% del totale), seguiti da quelli per richiedenti asilo (31,1), lavoro (18,5) e studio (6,5). Gli ingressi per lavoro in Italia (8,5 ogni 10.000 abitanti) rimangono a un livello molto più basso rispetto alla media Ue di 29,8.
di Daniela Faggion
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