Secondo l’analisi condotta dallo Swedish Institute for Health Economics (Ihe) presentata a Roma nei giorno scorsi nel corso del convegno “Inventing for lung. Il contributo dell’Innovazione per il trattamento del tumore al polmone”, gli italiani sono tra quelli che in Europa godono di maggiori diritti nell’accesso ai medicinali oncologici.
Il nostro Paese ha infatti un tasso di rimborsabilità delle nuove terapie anticancro pari all’83%, secondo solo alla Germania (96%) e ben prima di Francia (67%) e Spagna (60%).
Le opportunità che le nuove innovazioni offrono per migliorare i risultati dei pazienti dipendono dalla capacità dei sistemi sanitari di valutare, finanziare e adottare nuovi trattamenti nella pratica clinica, e renderli accessibili ai pazienti.
In Italia purtroppo i nuovi casi di cancro sono in continuo aumento, così come nel resto dell’Unione Europea: si prevede che fino al 2040, il numero di casi crescerà del 19% in Italia e del 17% nell’UE (in termini di per 100.000 abitanti) rispetto al 2022.
Nel contempo, sono stati quasi 100 i nuovi farmaci contro il cancro approvati dall’EMA nell’ultimo decennio.
E anche in questo caso le tempistiche per l’accesso alle cure innovative sono migliori della media continentale: 417 giorni. Si tratta di un’attesa ancora troppo lunga per i pazienti, ma senz’altro inferiore rispetto ai 559 giorni della media Ue, così come di quelli di Paesi simili come la Francia (548 giorni) e della Spagna (725).
Questo è possibile perché in Italia il Fondo farmaci innovativi oncologici e non oncologici, istituito nel 2017, è diventato parte integrante del Sistema Sanitario Nazionale ed è stato continuamente migliorato nel corso degli anni in termini di allocazione del bilancio e meccanismi di utilizzo.