Lo sbarco sul web di Instagram , app per dispositivi mobili da 90 milioni di iscritti acquisita a settembre da Facebook, è avvenuto quasi in sordina. Dopo le proteste in rete, a metà dicembre, quando il responsabile dell’azienda aveva annunciato alcune variazioni alla privacy che consentiva l’utilizzo delle foto degli utenti anche a fini commerciali e le rassicurazioni del cofondatore Kevin Systrom , che aveva promesso un dietrofront, si è preferito tenere un basso profilo. “Cambieremo i termini di servizio, rimuovendo quei termini che hanno fatto pensare che le foto degli utenti potessero diventare pubblicità” , aveva assicurato Systrom aggiungendo però ” Instragram è stato creato per diventare un business. La pubblicità è uno dei molti modi in cui Instagram può sostenersi, anche se non l’unico “. Ora ci sono testimonianze riportate dal Guardian , che ha riferito di scatti usati a fini commerciali anche da parte di marchi come Mango e Vogue . Il quotidiano britannico riporta, ad esempio, la testimonianza di un fotografo che ha detto di aver visto un suo scatto sul profilo Instagram di Vogue Spagna, senza riferimenti al suo nome. Un altro professionista ha segnalato che un suo scatto è stato usato da Mango come immagine di una t-shirt. E furti di immagini sono stati denunciati non solo da fotografi professionisti.
Instragram, il problema è sempre la privacy

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