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La fonte dei tabloid era Lady D

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Lo scandalo sulle intercettazioni illegali dei tabloid ha già rovinato la reputazione, la carriera e la vita privata di ex direttori e manager, di ex portavoce del governo, di funzionari di polizia corrotti e investigatori privati senza scrupoli, ma ha fatto di più: ha colpito e affondato l’immagine della più amata dagli inglesi, Lady Diana. “Nel 1992 Diana passò una rubrica coi numeri della famiglia reale al News of the World” , il giornale di Rupert Murdoch chiuso dopo 168 anni di attività, quando si è scoperto che per ottenere i suoi scoop intercettava illegalmente le telefonate di vip e cittadini comuni. L’accusa di aver passato contatti riservati ai giornalisto al servizio dei Murdoch arriva sotto giuramento, di fronte al tribunale penale di Londra dove è in corso il processo, dall’allora corrispondente della famiglia reale per il tabloid, Clive Goodman, 21 anni di attività nelle redazione. Sotto accusa per cospirazione, per aver pagato un pubblico ufficiale in cambio dei numeri top secret dei membri della Casa reale, Goodman riferisce davanti alla giuria che tre delle 15 rubriche trovate nella sua abitazione nell’agosto 2006, durante una perquisizione, non sono frutto della corruzione di un poliziotto. Ma arrivano direttamente da Lady D. A spingere la principessa a passargli informazioni riservate sarebbe stata la voglia di trovare “ un alleato ” nella stampa nel momento più buio della sua vita. 

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