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Laghi alla plastica su Alpi e Prealpi italiane

Lago di montagna - ph. kordi_vahle

Lago di montagna - ph. kordi_vahle

Una ricerca in collaborazione con le Università di Milano e del Piemonte Orientale svela una massiccia presenza di microplastiche anche in alta quota

Microplastiche, frammenti e residui di polietilene sedimentano anche nei laghi in alta e altissima quota. È quanto emerge dalla ricerca sui sedimenti prelevati sulle spiagge di 14 laghi alpini e subalpini, condotta in Trentino Alto Adige e in Lombardia da AICA (Associazione Internazionale per la Comunicazione Ambientale) in collaborazione con la Cooperativa E.R.I.C.A. e con l’Università degli Studi di Milano durante l’ultima edizione di Keep Clean And Run. Durante l’eco-maratona più lunga al mondo, nell’edizione che si è svolta a cavallo fra aprile e maggio 2023, sono stati svolti campionamenti sui sedimenti presenti sulle spiagge di 14 laghi di Alpi e Prealpi e  i risultati sono stati pubblicati nel dossier intitolato “Laghi di Plastica”.

Negli anni ancora precedenti erano stati effettuati studi sulle acque del fiume Po (“Un Po di plastica”) e sui nevai della Val d’Aosta (“Nevica Plastica”). Con quest’ultima ricerca si è dimostrato che le microplastiche sono un problema che interessa anche gli ecosistemi lacustri. Sono stati effettuati mediamente tre campionamenti su ognuno dei laghi incontrati lungo il percorso della Keep Clean and Run 2023, per un totale di 44 campionamenti sui laghi Fedaia, Soraga, Delle Piazze, Levico, Caldonazzo, Toblino, Santa Massenza, Cavedine, Malga Campo di Drena, Garda, Ledro, Idro, Moro e Iseo.

I campioni di sedimenti sono stati poi trattati e analizzati dall’Università degli Studi di Milano, sotto la direzione del Professor Marco Parolini del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali che ha partecipato in prima persona ad alcune tappe dell’eco maratona e coordinato i ricercatori sul campo per effettuare i campionamenti nei siti ritenuti più idonei, in base ad accessibilità e presenza di potenziali sorgenti di contaminazione quali strade, fiumi, paesi e città.

Le microplastiche sono state quindi analizzate presso i laboratori del Dipartimento per lo Sviluppo Sostenibile e la Transizione Ecologica dell’Università del Piemonte Orientale, sotto la supervisione della Professoressa Valentina Gianotti, che ne ha certificato la composizione polimerica. Il poli­mero più abbondante è il polietilene tereftalato/PET (45%) se­guito da cellophane (17%), copolimeri di polietilene e polipropilene (9%) e polietilene (7%); le mesoplastiche invece erano principalmente composte da polipropilene (46%) e polietilene (45%).

I laghi più contaminati sono risultati quelli più antropizzati (Garda, Idro, Iseo, Moro e Caldonazzo), maggiormente frequentati da turisti ed escursionisti. La concentrazione di microplastiche diminuisce nei laghi a un’altitudine maggiore (Fedaia, Malga Campo di Drena). Tuttavia, colpisce come la presenza di microplastiche sia registrata anche nei laghi alpini in quota, in aree a bassa o bassissima antropizzazione, originate dalla de­gradazione di oggetti abbandonati involontariamente o deliberatamente (spazzatura) ma anche dall’usura di capi di abbigliamento e delle attrezzature sportive.

Tali frammenti possono rimanere negli ecosistemi acquatici per un periodo molto lungo entrando nelle catene trofiche. Oltre alle cause dirette, anche il vento e i fenomeni atmosferici possono contribuire al trasporto e alla diffusione delle mi­croplastiche anche in luoghi più remoti e meno frequentati.

di Daniela Faggion

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