Tempi difficili per Research in motion . Il produttore di Blackberry deve affrontare il fuggi fuggi dell’utenza e un calo del volume d’affari (da 5,2 a 4,2 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2012) ma prova a risollevarsi con un cambio di strategia. Nei giorni scorsi è entrato ufficialmente in carica il ceo Thorsten Heins , che ha subito strigliato i dipendenti e annunciato un radicale cambio di rotta e non ha escluso la vendita della società. Si torna al passato , ovvero si torna a concentrarsi sui dispositivi e i servizi aziendali, con un occhio di riguardo a manager e colletti bianchi, da sempre target di riferimento di Rim. “C’è molto da lavorare – ha detto Heins -, non possiamo avere successo pensando di accontentare tutti. Il futuro è comunque incerto” . Ridurre il campo d’azione potrebbe aiutare la compagnia a ritrovare l’eccellenza e il fascino perduto. Sicurezza, semplicità e Blackberry Messenger sono i tre totem su cui Heins intende costruire il futuro della società canadese. Saranno quindi sacrificati i servizi di tipo consumer , come la produzione e distribuzione di contenuti e le partnership con servizi media deputati a ciò (Hulu e Netflix, ad esempio). Spazio invece a Blackberry 10 , nuovo smartphone di fascia alta firmato Rim che dovrebbe esordire in estate e sfidare iPhone alla pari. E il tablet Playbook? Il dispositivo ha venduto 500mila esemplari tra gennaio e marzo, quasi quanto il nuovo iPad ha venduto nelle sue prime 12 ore di vita. I numeri sono inclementi, ma Heins non vuole dare per morto il comparto dei pc a tavoletta. La sfida, però, è di quelle impossibili.
L’anno zero di Rim guarda al passato

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