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L’Europa chiede chiarimenti sul decreto per le ricariche dei telefoni cellulari

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Qualche incomprensione tra governo italiano e Commissione europea sul decreto che abolisce i costi fissi di ricarica dei cellulari. Bruxelles ha chiesto chiarimenti al ministero dello Sviluppo economico, ma pare lo abbia fatto prima di ricevere il testo del decreto legge varato dal consiglio dei ministri. Il fatto è piuttosto importante perché l’Italia era sotto osservazione per l’anomalo costo delle ricariche, e la richiesta pareva dunque una critica almeno formale ai contenuti della legge. Sul piano dei costi si teme ora che i gestori alzino i prezzi delle telefonate fino al 15%. Dunque la richiesta della commissione sarebbe precedente alla lettura del decreto, ma sulla base del primo esame di una nota del governo italiano. Da questo primo esame sarebbero emerse quattro questioni principali sulle quali l’ufficio della Commissaria Ue per la Società dell’informazione e i media, Viviane Reding, vorrebbe dei chiarimenti. Anzitutto, su un possibile conflitto tra il ministero e l’Autorità per le comunicazioni, il cui potere e la cui indipendenza potrebbero non essere stati rispettati. Si dovrà poi stabilire se il decreto è trasparente e proporzionale, ma anche se tutela gli interessi dei consumatori, visto che dà agli operatori la possibilità di spalmare sulle tariffe relative al traffico ciò che perdono con le ricariche.

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