Prima scuola statale in Italia ad applicare il modello finlandese: lezioni veloci e niente compiti a casa.
A Milano, l’Istituto Comprensivo Simona Giorgi diventa la prima scuola pubblica italiana a introdurre un sistema educativo ispirato ai modelli finlandesi. Da settembre 2026 adotterà l’Modello Organizzativo Finlandese (MOF).
Il progetto prevede lezioni compattate: in aula non si alterneranno più troppe materie una dopo l’altra. Ogni modulo didattico coprirà un solo ambito tematico (scienze, umanistico, logico-matematico) per consentire uno studio più approfondito.
Lezione tipo? Dieci minuti di spiegazione frontale, poi lavoro di gruppo, laboratorio, scrittura o lettura guidata. Il tempo in classe resta la priorità.
Compiti a casa: ridotti — quasi eliminati. L’idea è «non lavorare fuori da scuola». Lo studio, il confronto, le attività scolastiche si svolgono quasi completamente durante l’orario scolastico.
Il nuovo percorso didattico inizierà a settembre. Il personale docente è già in formazione: circa 50 insegnanti partecipano a corsi per apprendere il nuovo approccio
La dirigente scolastica, Anna Polliani, descrive il progetto con chiarezza: «Da giugno il nostro Istituto ha aderito alla rete della sperimentazione nazionale Mof (Modello Organizzativo Finlandese), che si basa sullo studio e l’applicazione della didattica della scuola finlandese, considerata tra le migliori avanguardie educative al mondo, perché basata in primo luogo sull’empatia e sul benessere dello studente. Lavorando sull’empatia quotidianamente si educano gli studenti all’acquisizione di tutte le competenze utili per la vita affettiva, lavorativa e social».
La dirigente descrive i pilastri della sperimentazione: «Il primo è la compattazione oraria: l’obiettivo è immergere lo studente per un tempo adeguato e con diverse attività in un modulo che appartiene a una sola area, che sia quella umanistica o quella logico-matematica. Non si salta da una materia all’altra».
Il passaggio a un modello così radicale rappresenta un esperimento significativo per il sistema scolastico italiano. Se avrà risultati concreti nelle competenze e nel benessere degli studenti, potrebbe aprire la strada a riforme più ampie.

