Site icon Telepress

Non si trova personale, alcuni esercenti contro il Reddito di cittadinanza

Non si trova personale. Si intreccia con la cronaca la discussione politica sul reddito di cittadinanza. Il provvedimento è nato nel 2019 con il primo governo di Giuseppe Conte. Uno degli atti di bandiera del Movimento 5 Stelle che tuttora viene difeso da una revisione chiesta da più parti politiche. In questi giorni diversi commercianti, soprattutto nel Sud Italia, lamentano l’impossibilità di trovare mano d’opera per il periodo estivo. Molti giovani, affermano, preferiscono non lavorare e percepire il reddito di cittadinanza. Un reddito che non supera i 700 euro ma può consentire in alcune zone del Paese un minimo di sussistenza soprattutto se in famiglia vi sono più di un percettore. 

Non si trova personale, gli esercenti puntano il dito contro il Reddito di cittadinanza

Un caso eclatante è quello di un gelataio della rinomata Taormina in Sicilia, definito il ‘Re delle granite’ da un giornale locale. Il commerciante ha dovuto ridurre il servizio per i reiterati “no” ricevuti dai potenziali camerieri spiegandone i motivi sulla sua pagina Facebook. Se questo è il ‘casus belli’ diversi altri esercizi commerciali hanno raccontato una situazione analoga. 

La discussione sul Reddito di cittadinanza è un elemento di contrasto all’interno del governo Draghi e spacca anche i partiti. Il provvedimento nacque per aumentare la platea di beneficiari andando a sostituire o integrare altri contributi e sussidi per la disoccupazione, per persone fragili o in condizioni disagiate.

Poco più di un milione quelli che ricevono il contributo economico

Alla data dello scorso marzo sono poco più di un milione gli italiani che percepiscono questo contributo per un importo medio di 584 euro al mese. Lo può ottenere chi è residente in Italia da almeno dieci anni e ha un indicatore di situazione economica complessiva inferiore ai 9.360 euro all’anno (Isee).

Nel corso di questi due anni e mezzo sono stati riscontrati numerosi abusi. È indubbio però anche il contributo che il provvedimento ha dato per sollevare dall’indigenza centinaia di migliaia di famiglie. La sua revisione pare inevitabile ed è uno dei punti all’ordine del giorno dell’agenda di Governo.

Exit mobile version