Site icon Telepress

Non solo estero, molti giovani expat rientrano in Italia a lavorare

valigie

Migliaia di expat stanno rientrando in Italia e invertono la tendenza. Il lockdown e la crisi hanno cambiato le cose. I ragazzi sono delusi dall’esperienza fuori dai confini italiani e desiderano rimettersi in gioco in patria. Negli ultimi anni oltre 200mila laureati hanno lasciato il Paese. Adesso sembra esserci un controesodo di cervelli, seppur ancora in stato embrionale

Gli expat di ritorno

Secondo l’Istat sono stati 899mila gli italiani trasferiti all’estero negli ultimi 10 anni. Di questi 208mila (il 23%) sono in possesso almeno di una laurea. Il vuoto economico di questo esodo di massa ammonta a circa 14 miliardi all’anno, l’1% del Pil. Ora invece si parla di una leggera inversione di tendenza favorita in parte anche dagli aiuti e detrazioni fiscali introdotte dal Decreto Crescita. Ma non solo. La pandemia ha costretto molti expat a riflettere sulla vita, sulla soddisfazione rispetto a quello che stanno facendo all’estero. Queste sono le considerazioni comuni che si riscontrano tra chi ha lasciato l’Italia senza guardarsi indietro. L’emergenza ha imposto alle persone una pausa di riflessione forzata. Quelli che hanno pensato di tornare sono i più precari, quelli non ancora integrati, quelli per cui restare era davvero pesante e non solo economicamente. Soprattutto coloro che lavorano nel mondo della ristorazione che causa Covid si sono visti notevolmente ridimensionati. 

Perché i giovani fuggono dall’Italia?

Innanzitutto è doveroso ricordare che sarebbero circa 600 mila quelli che rientrerebbero in patria se ci fossero le condizioni giuste. Al momento però per molto ragazzi è decisamente più stabile cercare un impiego fuori dai confini italiani. Molti lamentano il fatto che in Italia ci sia un sistema retributivo perdente rispetto a quello che offrono la maggior parte degli altri Paesi. Autonomia finanziaria e opportunità di fare carriera sono dunque due dei fattori decisionali preponderanti. A partire solitamente sono i più intraprendenti, ambiziosi, determinati, animati da un forte spirito d’innovazione e di voglia di scoperta. A farne le spese è l’Italia che così perde un capitale sociale e umano rilevante. Gli aiuti del Pnrr in questo senso avranno il compito incentivare le nuove leve a esprimere le proprie qualità in patria.

di Alessandro Bonsi

Exit mobile version