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Pechino oscura Li Chengpeng, giornalista scomodo

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Gli hanno chiuso il blog. E pure i suoi account sui social network. La censura di Pechino questa volta ha colpito Li Chengpeng, giornalista , considerato uno dei commentatori più indipendenti della rete. Al momento, però, non è stato ancora chiarito il motivo che lunedì 7 luglio ha portato all’azione nei confronti dell’opinionista molto conosciuto in Cina. Certo potrebbe pesare la carriera di Li che tra i suoi primi lavori ha documentato la corruzione all’interno delle aziende calcistiche professioniste cinesi . Nel 2012 ha, invece, fatto scalpore la sua candidatura per l’Assemblea del popolo del distretto di Wuhou, carica a cui in teoria possono concorrere tutti i maggiorenni, ma che di fatto è riservata a candidati nominati dal Partito comunista cinese.  Il giornalista si vede spesso in televisione e ha scritto diversi libri, molto apprezzati dal mercato. Ma a rendere famoso Li sono stati soprattutto i commenti che diffonde dal blog e dai social network. A differenza della maggior parte dei commentatori, infatti, Li espone le sue opinioni con coraggio, senza preoccuparsi di toccare temi sensibili come la pena di morte, la censura o la violenza gratuita dei cosiddetti tutori dell’ordine pubblico.  I suoi profili online sono seguiti da oltre 7 milioni di follower. E questi si sono immediatamente accorti della scomparsa dalla rete delle piattaforme che gestiva il giornalista. “ Anche se non approvo i commenti di Li”, ha scritto su Weibo , il Twitter cinese, Tao Jingzhou un avvocato di Pechino, “ sono contrario alla sospensione del suo account”.

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