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Prove generali sull’Etna per il prossimo viaggio lunare

Etna lunare

Etna Lunare

E’ prevista nel 2024 la prossima missione sulla luna e per questa ragione sono iniziati i test con i robot che saranno protagonisti della spedizione.

La location scelta per le prove e proprio il più grande vulcano d’Europa, l’Etna che per la sua superficie granulare e gli strati di lava solidificata, ha somiglianze geologiche con il nostro satellite.

Pian del Lago è la zona scelta, a 2500 metri d’altitudine, proprio sotto lo sbuffo del cratere a sud est del monte. Questo è il punto che l’Agenzia spaziale tedesca (Dir) insieme all’Agenzia Spaziale Europea (ESA) hanno scelto per “esercitare i robot”.

Il team dei robot è composto da 4 elementi. I primi due sono stati progettati per lavorare in tandem e per essere autonomi e sapersi muovere senza essere guidati dall’uomo. Lavorano in questo modo: il primo studia il terreno e lo mappa mentre il secondo raccoglie il materiale grazie alla sua mano robotica. E’ un gioco di squadra quando il primo trova qualcosa di interessante e chiama il suo compagno per estrarre il campione.

Al duo si aggiunge un terzo rover di forma più allungata simile a un serpente, pensato con questa struttura perché la sua mission sarà esplorare i tunnel di lava che sono stati scoperti di recente sulla Luna. Infine l’ultimo robot è stato creato dall’ESA, è più grande rispetto agli altri e  deve essere guidato da terra. A manovrarlo in questi test di prova è l’ex astronauta tedesco dell’ESA Thomas Reiter utilizzando un joystick sofisticato e una sorta di esoscheletro che si applica al braccio e trasmette i movimenti al rover. “Abbiamo grandi progetti per la Luna“, spiega Reiter a la Repubblica “Quando torneremo, non sarà solo per fare una foto. Stavolta resteremo. Sull’Etna ci troviamo in un ambiente perfetto per testare gli strumenti”. Poi ricorda: “Avevo 11 anni quando Armstrong e Aldrin scesero sulla Luna. Quando ci ripenso ho ancora la pelle d’oca“.

L’uso dei robot nei viaggi interplanetari riduce fortemente il rischio umano legato a queste spedizioni e garantisce la sicurezza degli astronauti.

I robot vengono realizzati per potersi orientare e muovere in ambienti difficili in completa autonomia. Questo è necessario perché i tempi di propagazione del segnale spesso si allungano e limitano le capacità di controllo dalla Terra. In completa autonomia riescono a lavorare con continuità gestendo l’imprevisto. Non è un caso che la missione si chiama:  Arches: Autonomous Robotic Networks to Help Modern Societies.

Una volta terminata la loro carriera sulla Luna i robot potranno essere impiegati sulla Terra per lavori più semplici come disinnescare ordigni o per la raccolta differenziata. Lavori sempre a servizio delle società moderne.

 

di Sara Giudice

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