La Commissione Ue invita le autorità di regolamentazione dei paesi membri a intensificare la lotta contro lo spam perché, nonostante la normativa comunitaria in vigore vieti le comunicazioni indesiderate, l’Europa continua a essere vittima di spam proveniente sia dall’interno sia dall’esterno. In una comunicazione la Ue incita le autorità nazionali a intensificare il perseguimento delle attività illegali in rete applicando la legislazione già esistente. Il numero di e-mail non richieste continua a essere elevato: secondo le stime di Symantec e di MessageLabs, la percentuale di spam è compresa tra il 54% e l’85% di tutte le e-mail inviate. Ferris Research ha stimato il costo dello spam nel 2005 a 39 miliardi di euro a livello mondiale, mentre Computer Economics ha stabilito a 11 miliardi di euro il costo dei software maligni, sempre a livello globale. In base alle ultime cifre fornite da Sophos, il 32% dei messaggi non richiesti messi in circolazione proviene dall’Europa, ma il continente asiatico è in testa col 34%. Seguono gli Stati Uniti con il 21,6%. Secondo la Ue gli stati membri devono individuare con esattezza le autorità incaricate alla lotta allo spam e stanziare i fondi necessari. Da parte sua, la Commissione si impegna nel 2007 a rivedere e ammodernare il quadro legislativo.
Ue chiede di intensificare lotta allo spamming

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