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Venezia66: Tornatore convince a metà

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Con la proiezione di ‘Baarìa’, ultima fatica di Giuseppe Tornatore, è cominciato ufficialmente il Festival del cinema di Venezia, edizione numero 66. Dopo lo scambio di battute e di qui pro quo tra il regista e il presidente del Consiglio circa temi e significati dell’opera, ieri ‘Baarìa’ ha affrontato per la prima volta pubblico e critica. La visione per addetti ai lavori non ha riservato particolari elogi al film, accolto per lo più freddamente dalla stampa italiana e straniera , che rimprovera al cineasta nostrano un eccessivo lirismo e toni da commedia in costume di taglio televisivo. Tornatore sembra dunque fallire nel difficile tentativo di rendere, attraverso le vicende di tre generazioni nate e cresciute a Bagheria, un secolo di storia italiana, tra conflitti mondiali, fascismo, comunismo, democristiani e socialisti. Progetto ambizioso ma poco riuscito , che obbliga gli spettatori ai suoi barocchismi (commenti negativi anche per la colonna sonora di Ennio Morricone) e al sentimentalismo facile: queste alcune delle critiche dei quotidiani francesi e spagnoli. Opposta, invece, la reazione del pubblico durante la proiezione serale. Cinque minuti di applausi hanno seguito il film , per la commozione di Tornatore e l’entusiasmo del ministro Sandro Bondi che ha definito ‘Baarìa’ “un film magnifico, emozionante, un coro e un mosaico di storia” Come sempre, dopo le prove generali a un festival, si attende ora il riscontro ai botteghini per verificare il successo della pellicola , che sarà uno dei titoli di punta delle sale cinematografiche nelle prossime settimane.

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