Nel nostro paese l’industria della comunicazione ha sfiorato i 100 miliardi lo scorso anno. A trainare il settore sono i contenuti e l’Ict, con in testa la telefonia mobile Nel 2005 l’industria della comunicazione in Italia ha fatturato 97 miliardi di euro, +3% rispetto al 2004. I mezzi a contenuto editoriale hanno registrato un un tasso di crescita maggiore, +5,8% sul 2004. Dei 97 miliardi, circa 62 sono raccolti dall’informatica e dalle telecomunicazioni fisse e mobili (+2,3% rispetto all’anno scorso). E’ quanto emerge dal Nono rapporto sull’industria della comunicazione in Italia realizzato dall’Istituto di Economia dei Media della Fondazione Rosselli. I dati evidenziano che la crescita dell’Ict è stata spinta soprattutto dalle tlc mobili (+3,6). Il segmento dei servizi a valore aggiunto su telefonia mobile si conferma il mercato in maggiore crescita (950 milioni, +50% sul 2004). Gli andamenti dei vari media sono diversi: stampa periodica (+4%), tv (+7,3%) e videogiochi (+16%) hanno visto un rialzo, il mercato musicale e il cinema (-8,5%) hanno registrato una flessione. Il rapporto Iem analizza inoltre l’evoluzione dell’industria della comunicazione italiana nell’arco degli ultimi 20 anni, a partire dal 1986. Dai dati emerge che questo settore cresce a un ritmo superiore al Pil nonostante le difficoltà registrate nel biennio 1992-’94 e nel 2001. La ripresa, iniziata cinque anni fa, è stata trainata principalmente dai contenuti: il macromercato dei contenuti (tv, quotidiani e periodici, radio, home-video, cinema, musica, libri) valeva 7,6 miliardi nel 1986, oggi supera i 21 miliardi. La quota della pubblicità, che vent’anni fa rappresentava il 79% delle entrate televisive, oggi è scesa al 62%.
100 mld sui media

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