Incontro al Far East Festival di Udine per regista e protagonista di Plan 75, film di fantasia sul problema reale dell’invecchiamento della popolazione.
Giappone, domani. Un programma governativo, il Piano 75, mira ad arginare quella che ormai è diventata un’emergenza nazionale: l’invecchiamento della popolazione. Da un lato, ci sono i costi pubblici del welfare. Dall’altro, la possibilità per gli anziani di ricorrere all’eutanasia di Stato in cambio di supporto logistico e finanziario. Vivere o morire non è un dilemma etico: è una questione di burocrazia. Basta aver compiuto 75 anni. Seguendo Michi, un’anziana che cerca solo di tirare avanti, Hiromu, un venditore del programma, e Maria, un’infermiera filippina, Hayakawa Chie dipinge un dramma sociale dove convergono distopia e realismo, indagine morale e riflessione civile.

Baisho Chieko, attrice e cantante giapponese, protagonista di Plan 75
Plan 75 ruota attorno alla figura dell’anziana interpretata da Baisho Chieko, attrice e cantante giapponese che il 26 aprile, durante il 25mo Far East Festival, riceverà il Gelso d’Oro alla carriera. Ad accompagnarla alla kermesse di Udine, in programma dal 21 dal 29 di questo mese, ci sarà la regista che con questo film ha esordito e già meritato una menzione speciale Caméra d’Or al 75mo Festival di Cannes. Dopo un primo passaggio al Festival del Cinema di Torino e la presentazione nella città friulana, la pellicola arriva nelle sale italiane l’11 maggio.
I temi che il film affronta sono immaginati in Giappone, ma hanno una grande attualità anche in Italia. Secondo un recente studio di Eurostat sui dati del 2022, infatti, il nostro è il Paese più anziano d’Europa, con 48 anni di età media dei suoi cittadini. Il resto dell’Unione se la passa leggermente meglio ma non troppo, con una media di 44,4 anni. Oltre all’aumento dell’età media, Eurostat ha rilevato come l’Italia sia anche, nell’Ue, il Paese con il più alto indice di dipendenza degli anziani Ue (37,5%). La percentuale indica la relazione tra il numero di anziani (dai 65 anni in sù) e il numero di persone in età lavorativa (15-64 anni), quindi in Italia ogni 3 persone fra i 15 e i 64 anni potenzialmente attive nel mercato del lavoro (occupati o persone in cerca di lavoro) c’è una persona considerata inattiva perché sopra i 65 anni. Nel mondo c’è un unico Paese in cui il dato è peggiore: il Giappone.
di Daniela Faggion