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27 Giugno 2023 | Ambiente, Attualità

Grazie all’Università di Catania un osservatorio permanente per i vulcani in Antartide

Realizzato in Antartide un osservatorio vulcanologico permanente. Protagonisti due centri di ricerca italiani

E’ stato avviato l’ Osservatorio vulcanologico permanente in Antartide I-VOLCAN (Italian VOLCanological observatory in ANtarctica), gestito dall’Università di Catania (UniCT) e dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che ha come obiettivo lo sviluppo di un sistema di monitoraggio multiparametrico del vulcano Melbourne e successivamente del vulcano Rittmann.

Lo scopo di questo progetto è quello di un maggior monitoraggio dei vulcani presenti in Antartide per i pericoli che possono causare e per gli sviluppi scientifici che possono emergere da una maggiore conoscenza di queste fenomeni naturali e della loro evoluzione.

I vulcani attivi sono diffusi in tutto il mondo, anche in aree remote come l’Antartide. Negli ultimi anni, il vulcanismo antartico ha attirato l’attenzione della comunità scientifica internazionale anche a seguito delle recenti eruzioni di vulcani remoti, quali l’Eyjafjallajökull in Islanda nel 2010, che ha bloccato per giorni gli spazi aerei dell’Europa e l’Hunga Tonga-Hunga Haʻapai nel 2022,  la più potente del secolo, che ha completamente spazzato l’isola fortunatamente disabitata di Tonga. Questi due episodi rendono evidente come anche i vulcani più lontani e meno conosciuti sulla Terra possano rappresentare un pericolo significativo per le grandi comunità.

L’Università di Catania e l’Ingv collaborano intensamente da anni nello studio del vulcanismo antartico attraverso progetti di ricerca finanziati dal Programma nazionale di ricerche in Antartide. I risultati degli studi hanno dimostrato che entrambi i vulcani sono attivi, presentano fumarole alimentate da gas vulcanici e generano segnali sismici tipici di ambiente vulcanico. Studi hanno permesso di ricostruire eruzioni esplosive avvenute fino in epoca storica. Ciò significa che il Monte Melbourne è capace di generare eruzioni fortemente esplosive ed è quindi potenzialmente pericoloso per le vicine stazioni scientifiche e per la sicurezza aerea in tutto il continente antartico.  Non sono solo emerse caratteristiche proccupanti o rischiose, ma anche aspetti interessanti e scientificamente rilevanti. Durante questi anni di collaborazione sono stati esplorati e mappati  per la prima volta delle ice-caves, situate sulla sommità dei vulcani, che sono grotte di ghiaccio formate dai gas fumarolici caldi che sciolgono lo strato inferiore di ghiaccio e neve lasciando una cavità che è accompagnata da una tipica struttura a camino detta ice-tower. L’esplorazione delle ice-caves ha permesso sia di individuare ambienti incredibilmente affascinanti, sia di identificare luoghi protetti, adatti ad ospitare la strumentazione necessaria per il monitoraggio in continuo dei vulcani.

Ora è pronto il nuovo Osservatorio vulcanologico permanente in Antartide, che fornirà un flusso continuo di dati multidisciplinari (sismici, geodetici, geochimici, vulcanologici) che saranno condivisi con la comunità scientifica internazionale, portando a un avanzamento nelle conoscenze in ambito vulcanologico, così come in altre discipline quali la geofisica, la geodinamica, la glaciologia, il clima e la biologia.

 

di Sara Giudice

Di <a href="https://www.telepress.news/author/sara-giudice/" target="_self">Sara Giudice</a>

Di Sara Giudice

Nata e cresciuta a Milano, laureata in Relazioni Internazionali, dal 2021 scrivo per Telepress, dove racconto di cultura, arti in ogni loro forma, lifestyle e attualità, dedicandomi con entusiasmo alla sezione New Video. Il mio percorso di sei anni nell’editoria, subito dopo gli studi, orienta la mia attenzione verso tutto ciò che ruota attorno al mondo del libro, dell’arte e della cultura contemporanea.

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