Un traguardo di tecnologia e scienza che promette la creazione di una filiera italiana del calcolo quantistico a vantaggio dell’industria nazionale. Protagonisti l’Università Federico II di Napoli e il Centro nazionale di ricerca ICSC.
È stato inaugurato il primo computer quantistico superconduttivo italiano. Un grande risultato per le future esigenze della comunità scientifica e le richieste del mondo industriale in cui la capacità di elaborare una enorme mole di dati sarà sempre più strategica su scala internazionale.
Più competitività e autonomia italiana sul calcolo quantistico
Il dispositivo è stato inaugurato all’Università degli Studi di Napoli Federico II, presso il nuovo laboratorio del dipartimento di Fisica “E. Pancini” e sviluppato nell’ambito delle attività di ricerca e sviluppo del Centro nazionale di ricerca in High performance computing, big data e quantum computing (ICSC) per favorire la creazione di una filiera italiana del calcolo quantistico. In questo modo, la richiesta di hardware, software e competenze dedicate potrà essere soddisfatta internamente. Gli obiettivi saranno perseguiti attraverso un approccio fondato sulla collaborazione tra settore pubblico e privato.
Francesco Tafuri, docente dell’Università Federico II di Napoli e responsabile del centro di computazione quantistica superconduttiva, ha sottolineato in un comunicato stampa che il processore “è un miracolo della creatività della natura e dell’ingegno dell’uomo”. Aggiungendo che, tra i numerosi vantaggi che consentirà, è un punto di partenza “per contribuire allo sviluppo di architetture scalabili più grandi e complesse; per aumentare competitività e autonomia italiana sul calcolo quantistico proteggendo l’impronta pubblica; per promuovere la scolarizzazione quantistica a partire dagli studenti universitari, garantendo uno strumento pubblico, libero ed indipendente alle imprese.”
Gli investimenti, le sinergie tra ricerca e industria
Il calcolatore dotato di un processore a 24 bit quantistici (qbit) è stato finanziato dal Centro ICSC con un contributo di 4,5 milioni di euro. Tra le attività che saranno svolte grazie al suo utilizzo, anche quelle volte a potenziare il dispositivo attraverso un processore con 40 qubit, la cui installazione è prevista entro la fine del 2024.
Lo strumento permetterà inoltre di determinare la possibile integrazione tra piattaforme differenti su cui, insieme alla superconduttività, si stanno concentrando gli sforzi dello Spoke 10 ‘Quantum Computing’ di ICSC, che grazie a un budget complessivo di circa 20 milioni di euro, finanzia e coordina altri tre gruppi di ricerca italiani impegnati nello sviluppo e realizzazione del calcolo quantistico mediante tecnologie alternative.
Paolo Cremonesi e Simone Montangero, leader e co-leader dello Spoke 10 di ICSC spiegano che “Disporre di simili facilities risulta di fondamentale importanza per la realizzazione di chip quantistici diversi, in collaborazione sia tra gli stessi gruppi di ricerca sia con le industrie di settore”.
Italia protagonista del calcolo quantistico
“Grazie agli importanti risultati tecnologici ottenuti negli ultimi anni, il calcolo quantistico sta velocemente affermandosi come nuovo paradigma per il calcolo ad alte prestazioni e, in virtù di ciò, come elemento che potrebbe abilitare i processi di scoperta e di innovazione con modalità e tempistiche che non avranno precedenti. Per questa ragione è indispensabile che l’Italia non si faccia trovare impreparata dall’avvento di questa nuova tecnologia partecipando con un ruolo da protagonista nel suo sviluppo. Proprio questo è uno degli obiettivi a cui mira l’attività del Centro Nazionale di ICSC, che, con la realizzazione del dispositivo e della nuova infrastruttura dedicata di Napoli, ha ottenuto un primo decisivo risultato in questa direzione”, conclude Antonio Zoccoli, presidente della Fondazione ICSC.
Valentina Colombo

Foto UniNa Federico II