L’allarme è stato lanciato durante una conferenza voluta da Amnesty International: la rete internet “rischia di essere profondamente trasformata” se non saranno prese precauzioni contro l’erosione della libertà online. Il “virus della repressione di internet” è stato definito dall’associazione che si è scagliata prima di tutto contro i potenti del settore, come Google, Microsoft e Yahoo! che sono complici più o meno consapevoli di questo clima repressivo. “Il modello cinese di una rete focalizzata sulla crescita economica piuttosto che sulla libertà di informazione pubblica o privata sta diventando sempre più popolare”, ha avvisato Tim Hancock, direttore della campagna di Amnesty. “Si è passati da una manciata di paesi cinque anni fa alle dozzine di governi che oggi bloccano siti e arrestano blogger”, ha accusato Hancock facendo riferimento agli ultimi risultati di Open Net Initiative. Sono 25 i paesi del mondo ad applicare pesanti filtri ai contenuti online, fra i quali Azerbaijan, Bahrain, Burma, Ethiopia, India, Iran, Marocco e Arabia Saudita. Il filtraggio è solo un aspetto di questa repressione, ha precisato Amnesty, sottolineando il valore politico che hanno assunto molte chiusure di siti o internet cafè. L’iniziativa celebra il primo anniversario del sito irreprensible.info che Amnesty ha dedicato a chiunque sia interessato a monitorare il futuro della libertà del web. http://irrepressible.info/
Il virus del web è la repressione

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